Ieri in piazza Duca d’Aosta, a Milano, è andata in scena tutta la vergogna della nostra Italietta. Un contingente di numerosi poliziotti ha bloccato quasi tutte le entrate della stazione ferroviaria e di quella della metropolitana della Centrale e ha rastrellato i migranti che solitamente stanno nella piazza. Un’operazione resa più facile dal nuovo decreto sulla sicurezza del governo Gentiloni, scritto e voluto dal ministro Minniti.
Il blitz è stato motivato dai recenti disordini avvenuti nella zona, dove alcuni migranti avevano circondato una squadra della polizia, circa due settimane fa.
Il problema dei migranti lasciati a se stessi, senza un luogo dove dormire e un modo per mangiare, è reale e dimostra la stupidità e l’immoralità della nostra classe politica. Invece di gestire come si deve la situazione e cercare di integrare i migranti, si lascia che questi stiano allo sbando, costretti a vivere di espedienti. Una scelta che non conviene a nessuno. Non conviene ai migranti, ovviamente, e non conviene nemmeno agli italiani. I problemi generati dal menefreghismo politico finiscono per costare di più dell’eventuale politica di integrazione. E, per di più, non si ottiene nessun risultato.
I fatti di ieri dimostrano tutta l’incapacità delle nostre istituzioni, incapaci di evitare che insorgano i problemi e incapaci di proporre e attuare una vera soluzione. L’uso della forza è sempre una sconfitta, una soluzione facile, ma falsa, che non risolve nulla. Tutto lo spiegamento di ieri a cosa porterà? I migranti caricati sul furgone come fossero bestie e portati in questura torneranno presto in strada. Forse non staranno più in piazza Duca d’Aosta, non saranno così visibili e non daranno fastidio alla “sensibilità estetica” di certi benpensanti. Ma il problema rimarrà.
Negli ultimi anni si è sempre più affermato un approccio “estetico” alla sicurezza. La politica si interessa più della percezione che la gente ha dei problemi che non dei problemi stessi. Un esempio lo vediamo proprio in Stazione Centrale: per accedere ai binari bisogna mostrare il biglietto a dei controllori. Peccato che nessuno faccia altri controlli. Chiunque potrebbe accedere ai binari con una borsa piena di esplosivo o di armi. Così come sarebbe facile per un eventuale borseggiatore entrare. Gli basterebbe fare un biglietto, anche il meno costoso. Lo stesso si dica dei militari voluti dal sindaco Sala in via Padova. Tutto ciò che si ottiene è che i delinquenti si spostino un po’ più in là. E il tutto a spese nostre. Uno spreco di risorse ancor più grave se si pensa che quei soldi potrebbero essere utilizzati per combattere davvero la delinquenza invece che per far scena.
Inoltre ci sono degli aspetti morali non certo irrilevanti. I migranti portati in questura (cinquantadue in tutto) erano in parte profughi in attesa dell’asilo politico e in parte migranti “economici”, ovvero persone che fuggono dalla miseria. In entrambi i casi bisogna ricordare che le guerre in corso in Medio Oriente e in Africa sono il risultato della politica estera degli stati occidentali, politica disastrosa e spesso estremamente superficiale che ha creato negli ultimi due secoli più problemi che altro. Lo stesso vale per la miseria e la fame, in gran parte dovute alla rapina delle risorse del Terzo Mondo in atto ormai da secoli e ai problemi ambientali (desertificazione in primis) causati dall’inquinamento prodotto dalle industrie americane ed europee. Chi nega questo si studi la storia e si informi sulla situazione internazionale.
Davanti a ciò, l’idea di non aiutare le vittime di problemi creati da noi è a dir poco criminale. E il comportamento delle istituzioni è una grandissima vergogna. Come vergognosa è stata la presenza di Matteo Salvini in piazza. Ci chiediamo, prima di tutto, chi lo abbia avvertito del blitz e perché. A che titolo il segretario di un partito viene avvertito e partecipa a un’operazione della polizia?
Salvini ha poi postato foto e selfy in cui sfoggiava un’aria soddisfatta per le prepotenze e le sofferenze dei migranti. Un comportamento che lo riconfermano per lo sciacallo fascista che è, sempre pronto a servirsi delle altrui disgrazie per guadagnare qualche voto.
È davvero questa l’Italia che vogliamo?
Enrico Proserpio