di Stefano Sannino
Sono tra i metodi divinatori più conosciuti e popolari al mondo. Dalla provenienza misteriosa,sono ermetici nelle rappresentazioni, ma terribilmente inflazionati dai Mass Media. Stiamo parlando dei Tarocchi.
Conosciuti anche come Carte dei Trionfi per via di quelli che noi chiamiamo “Arcani Maggiori”, ovvero le 21+1 figure numerate del mazzo, pare siano comparse nella storia umana in un data compresa tra il 1414 ed il 1425 con la comparsa del mazzo di Filippo Maria Visconti, illustrato da Michelino da Besozzo.
Storicamente non vi sono dubbi che la loro funzione fosse da gioco, come descritto nel trattato di Marziano. I giochi svolti con il mazzo di Tarocchi erano giochi di presa, come ad esempio la briscola.
I Tarocchi si diffusero nelle corti italiane non solo come tradizionale gioco di presa, ma anche come esercizio letterario. Pare infatti, che i cortigiani fossero invitati a pescare delle carte dei Trionfi e a partire dalle loro raffigurazioni, inventarsi una storia sulla base di un esercizio linguistico.
La prima testimonianza dell’uso dei Tarocchi legato alla divinazione per cartomanzia (lettura delle carte) risale al XVII secolo a Bologna. Non fu prima del XVIII secolo tuttavia, che la loro diffusione in ambito occulto si completò, grazie anche ad alcune speculazioni storicamente non valide come quella del celebre Massone Antoine Court de Gébelin, il quale nell’VIII volume della sua opera Le Monde Primitif sostenne che gli Arcani Maggiori fossero delle codificazioni ermetico-simboliche dei messaggi contenuti nel Libro di Thot. Naturalmente, non vi sono prove storiche che questa correlazione possa essere anche solo lontanamente valida.
Lévi sostenne invece che i Tarocchi avessero una correlazione con la teoria Teosofica della Cabala; tesi sostenuta anche dall’Occultista Gérard Encausse, il quale sotto lo pseudonimo di Papus, pubblicò un mazzo di tarocchi con raffigurazioni egizie, ma con struttura cabalistica.
Fu poi Waite, che per far combaciare cabalisticamente Arcani Maggiori e numeri ad essi correlati, scambiò il numero VIII della Giustizia con il numero XI della Forza e trasformò l’Innamorato negli Amanti.
Altra importante modificazione, non pervenuta tuttavia nei mazzi attuali, fu quella operata da Aleister Crowley. Egli modificò la Giustizia nel Giudizio, la Temperanza ne “L’Arte”, il Giudizio ne “Eone” mentre Fanti e Cavalieri divennero Principi e Principesse.
Infine, Oswald Wirth (ancora oggi studiato in ambito di cartomanzia come vero e proprio pilastro) aggiunse ai Tarocchi, abiti medievali, numeri arabi, lettere ebraiche, simboli Taoisti ed una visione alchemica del Diavolo, inventata precedentemente da Eliphas Lévi.
Insomma, i Tarocchi hanno avuto una storia travagliata quanto misteriosa, fatta di modificazioni, interpretazioni e simbologie sconosciute ai più; continuando a mantenere il loro fascino primitivo su tutti coloro che – chi per gioco e chi no – desiderano dare uno sguardo nel loro futuro.
Nonostante la loro origine incerta, il loro utilizzo primariamente ludico e tutte le diverse modificazioni attuate sulla simbologia degli “Arcani Maggiori” pare ad oggi, l’utilizzo principale di queste carte, sia diventato proprio quello che in passato era ritenuto meno utile: la divinazione.