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lunedì, 18 Novembre, 2024

I SEGRETI DELL'AMORE.

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Che cos’è l’amore? Quante poesie e aforismi e opere gli sono state dedicate per cercare di dargli una definizione, per cercare di spiegare questo misterioso sentimento a chi non lo ha ancora provato. Sebbene si possa pensare che l’amore faccia di fatto parte del dominio dei poeti, in realtà è una tematica che viene molto spesso trattata in ambito psicologico e neuropsicologico, per poter comprendere le basi comportamentali e fisiche che danno vita a questa emozione.
In ambito psicologico si sono susseguite diverse teorie che tentarono di spiegare l’origine e la motivazione per cui esiste l’amore, o in un termine più preciso, l’attrazione verso un altro membro della propria specie. La psicologia sociale evoluzionista, partendo dalla teoria dell’evoluzione di Charles Darwin, considera il comportamento sociale dell’attrazione come un comportamento sociale complesso di tipo adattivo, in grado quindi di aiutare un individuo, la famiglia e la specie nel suo insieme a sopravvivere. Questa teoria sostiene, pertanto, che vi siano delle componenti genetiche che spingono ogni individuo a ricercare il partner ideale per poter garantire un futuro alla specie; le prove di cui si avvale per sostenere questa posizione riguardano principalmente la preferenza delle persone, anche in età neonata, dei visi simmetrici e ben proporzionati, sinonimo di buona salute e geni forti. Ci sono poi altre caratteristiche legate all’attrattività fisica che possono derivare in parte dai nostri geni , quali tre dimensioni del “partner ideale” che sembrano guidare le preferenze sia degli uomini che delle donne: calore- affidabilità, ovvero la dimostrazione di interesse e intimità; vitalità-attrattività, l’aspetto fisico è indice di buona salute e capacità riproduttiva; status- risorse, occupare un ruolo di rilievo nella società e godere di sicurezza finanziaria indicano la capacità di poter provvedere alla famiglia.
Supponiamo ora che qualcuno abbia superato il nostro test di “attrazione” iniziale; gli altri elementi che entrano in gioco nella scelta di un partner sono la prossimità, la familiarità e la somiglianza. Per quanto riguarda la prossimità, è riconosciuto il fatto che la vicinanza gioca un ruolo importante nella formazione e nel mantenimento di una relazione, in quanto l’interazione con il proprio vicino o compaesano richiede poco sforzo e i benefici ottenuti nel farlo sono associati a bassi costi. La prossimità, di solito, conduce ad una maggiore familiarità, grazie alla quale ci sentiamo più a nostro agio con l’altra persona e la apprezziamo di più. Arriviamo ora all’elemento più importante in una relazione, ovvero la somiglianza degli atteggiamenti; sebbene i primi due elementi abbiano una certa influenza sulla scelta del partner e sul mantenimento di una relazione, non sono nulla a confronto del possedimento di atteggiamenti fortemente simili. A quanto proposito Clore nel 1976 propone la “legge dell’attrazione”, per cui l’attrazione nei riguardi di una persona ha un rapporto diretto con la reale proporzione degli atteggiamenti simili che si condividono; ogni azione altrui in accordo con la nostra percezione delle cose rappresenta un beneficio, cioè un rinforzo, per cui più gli altri sono d’accordo con noi, più agiscono come rinforzi nei nostri confronti e quindi li apprezziamo di più.
Questa legge proposta da Clore sconfina dalla teoria evoluzionista e ci porta nella teoria fondata sul rinforzo, secondo il quale apprezziamo le persone che ci circondano quando proviamo un sentimento positivo, che è esso stesso un rinforzo. Gli studiosi suggeriscono che ogni stimolo ambientale neutrale potenzialmente associabile, anche in modo casuale, ad un beneficio, viene valutato positivamente, mentre uno stimolo associato ad una posizione viene valutato negativamente. Un esempio di questo principio proviene da un esperimento formulato da William Griffitt e Russel Veitch, in cui otto gruppi sperimentali venivano inseriti in condizioni ambientali differenti, quali l’aumento della temperatura in una stanza o la presenza di un numero elevato di persone con loro; in queste condizioni i singoli soggetti dovevano valutare dei perfetti sconosciuti rispondendo a delle domande come “quanto ti piace” o “quanto è auspicabile che sia il tuo collega di lavoro” sulla base di una scala di valutazione già compilata dalla persona da valutare. I risultati mostrano come la percezione di calore e di affollamento influenzano il giudizio sul grado di attrattiva verso un estraneo; nel contesto del condizionamento classico, ciò significa che la mera associazione di uno stimolo ambientale valutato negativamente può far apparire un’altra persona meno attraente.
Come abbiamo osservato il rinforzo è basato su modelli di premi e punizioni, questo principio viene utilizzato per studiare le relazioni dal punto di vista della teoria dei costi e dei benefici, per cui se due persone riescono a portare aventi una relazione, il motivo sarà il guadagno derivante dallo scambio di benefici, ovvero di ricompense. In linea di massima le risposte scambiate comprendono beni, informazioni, amore, denaro, servizi e status; ovviamente in una relazione ci saranno anche die costi, come il tempo occupato o la possibilità che amici e parenti non approvino la relazione. Poiché le risorse si scambiano con un partner, tendenzialmente cerchiamo di utilizzare la settaria minimax, ovvero massimizzare i benefici e minimizzare i costi. Inoltre entra in anche in gioco la teoria dell’equità proposta da Adams, per cui una relazione viene definita equa quando la proporzione tra contributi fornito e risultati ottenuti e considerata quale da entrambi i partner. Se la relazione dovesse essere sbilanciata o percepita come iniqua da uno dei due partner, ovvero si sente di aver dato troppo da parte porpora (come tempo, impegno e risorse) senza riceve nulla dal proprio compagno, la relazione è destinata a finire.
Cosa accade quindi quando una coppia “scoppia”? Normalmente si sostiene che A ha lasciato B, oppure B ha lasciato A oppure entrambi hanno deciso di lasciarsi per il proprio bene, in realtà è stato individuato un iter molto specifico che si ripropone ogni volta che si verifica una rottura, e che non riguarda solo i due ex-amanti, ma anche tutti colore che fanno parte della loro cerchia sociale. Le fasi della rottura sono state identificate da Steve Duck e sono:

  1. La fase intrapsichica si caratterizza come un periodo di riflessione da parte di un membro della coppia, solitamente con scarsa manifestazione esteriore nella speranza che le cose migliorino. In questa fase si fa un bilancio della relazione, valutando aspetti negatici e positiva della relazione e considerando i costi e benefici dell’eventuale rottura.
  2. La fase diadica prende il confronto tra i due partner nel tentativo di salvare la relazione e di riconciliarsi. Le discussioni che emergono da questa fase sono sostanzialmente focalizzate sul rilevar eil colpevole della rottura.
  3. La fase sociale prevede che i due partner si rendano conto della fine della loro relazione e cercano supporto negli amici e nei parenti, i quali da un lato li sosterranno di fronte a d un futuro incerto e dall’altro li rassicureranno di essere nella parte nella ragione.
  4. La fase finale è l’elaborazione del lutto, da cui ciascun partner vale emergere con un’immagine affidabile di se stesso in vista di una relazione futura

A questo punto si può paragonare una  relazione amorosa alla vita di una persona a se stante, per cui c’è un momento iniziale di nascita, in cui l’amore è appena sbocciato, poi la relazione si evolve e cambia, può sia aumentare che spegnersi gradualmente e infine sopraggiunge la morte della relazione stessa, sia per la reciproca decisione di allontanarsi sia per un allontanamento da pare di uno dei partner. Qualunque sia il percorso di una relazione, qualsiasi sia il tempo che è durata, che si abbia sofferto o no, che si pensi sia stato uno spreco o che invece la si consideri la cosa migliore della propria vita, vi lascio con una frase frase di Alfred Tennyson “è meglio aver amato e perso, che non aver mai amato”.
Beatrice Capoferri,
Redazione Milano.

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