di Stefano Sannino
Durante il regno dell’imperatore Domiziano (81-96 d.C.), si pose in essere l’inizio dei Saturnali, ciclo di festività dedicate a Saturno in onore di Saturno, antico dio romano della seminagione, che iniziava il 17 dicembre, per poi andare avanti circa una settimana. Una settimana in cui ogni ordine sociale veniva sovvertito, in una sorta di recita collettiva in cui lo schiavo diveniva padrone ed il padrone, schiavo.
Questa festa, successivamente trasformatasi nel Natale cristiano, congiuntamente anche ad altre festività di origine pagana nord-europea, porta con sé un significato profondissimo, fatto sì di inversione dei ruoli, ma anche e soprattutto di speranza.
Forse più che qualsiasi altra festività, i Saturnali erano veicolo di una speranza collettiva ad un ritorno verso un’epoca di perfezione, verso un’età dell’oro in cui il regno di Saturno veniva ristabilito.
E cosa mai potremmo avere da imparare noi uomini moderni e colti, da una festività come questa?
Innanzitutto, avremmo da imparare che le basi su cui la nostra cultura si poggia sono molteplici e sfaccettate, create dall’unione di tante altre culture, ben più antiche e complesse. D’altro canto, avremmo però anche da imparare a non ricadere in questo ciclo di speranza, in questo abbandono di aspettative sul futuro della nostra specie. Non dovremmo, cioè, pensare di lasciarci andare alle lusinghe di un tempo futuro migliore, piuttosto dovremmo lavorare per migliorare questo tempo, questa epoca, questa età. Non un futuro lontano auspicato da Virgilio e da Esiodo quindi, ma un presente florido, ricco, giusto, equo. L’uomo moderno, a differenza degli antichi, ha gli strumenti per migliorare notevolmente la propria condizione, non per auspicare ma per trasformare ciò che necessita di essere trasformato.
Qualunque sia la fede, la religione; pagani, cristiani, induisti, buddhisti, ebrei o musulmani bisogna cominciare a rovesciare questa forma mentis per cui si spera in un futuro migliore, ma non si fa niente affinché questo si realizzi.
Ecco cosa hanno da insegnarci i Saturnali: sperare in un futuro, certo, ma anche lavorare per la sua realizzazione, con ogni mezzo necessario. L’insegnamento che il passato ci dà è quindi: l’uomo è l’unica misura per una possibile trasformazione.