I PEGGIORI. I DATI DI MARZO CONFERMANO CHE SIAMO DAVVERO I PEGGIORI

di Abbatino
L’Italia è un bel paese, un paese ricco di storia cultura, paesaggi, montagne, fiumi laghi e, purtroppo, anche di morti per COVID.
La statistica parla chiaro: qualcosa non ha funzionato, non sta funzionando. Sul fronte dei vaccini ci siamo affidati all’Europa, anzi, all’Unione europea per l’esattezza, ma sono arrivati pochissimi e siamo indietro nella vaccinazione degli ultrà ottantenni e sopratutto sui più “fragili”, come previsto dalle circolari del ministero della salute. I sacrifici chiesti agli italiani sono stati i più duri in Europa. Sacrifici ai limite di una dittatura a colpi di decreti di un presidente non eletto e mal digerito: anche con Draghi l’andazzo non è cambiato.
Ristori? Sostegni? Meno del previsto, meno di quanto servirebbe. Poco anzi pochissimo, intere categorie in ginocchio, rovinate, quando in altri paesi d’Europa non ci sono state simili restrizioni, il caso spagnolo è emblematico. Nonostante i sacrifici, nonostante le premure, le zone rosse e arancioni, prima in singole realtà poi diffuse in quasi tutta l’Italia, siamo i peggiori per morti e per assenza di vaccini. Da cosa si desume questo assunto? Siamo i peggiori perché nel mese di Marzo abbiamo avuto più decessi e meno vaccini di tutti, rispetto agli altri partner. Stiamo perdendo pezzi di economia e non sono in campo soluzioni efficacia. Principalmente però stiamo perdendo la battaglia con il COVID: ospedali in sofferenza di nuovo, strutture sanitarie di nuovo allo stremo, ondate fuori controllo che non sappiamo arginare. Saranno le varianti o l’incapacità a gestire dopo un anno la pandemia? Comunque i peggiori, siamo noi. In Europa nessuno come noi, nessuno sta male come noi in tutti i sensi. Qualcosa sulla quale riflettere, per cambiare rotta. Su tutto.