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martedì, 24 Dicembre, 2024

I media italiani, nonostante le emergenze in atto, parlano ancora in modo discontinuo di ambiente

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E’ quello che è emerso dall’ultimo rapporto annuale, relativo al 2022, dell’Osservatorio Eco-Media, il cui gruppo di lavoro risulta essere composto da giornalisti esperti del settore, professori universitari, ricercatori e professionisti della comunicazione, che dal 2014, ogni anno, attraverso il proprio rapporto cerca di raccogliere dati sull’informazione relativi alle tematiche ambientali, sull’innovazione sociale e sulla sostenibilità, cercando di monitorare, attraverso un’analisi costante e puntuale, il grado di attenzione che la stampa riserva alle predette tematiche, in modo da poter comprendere quanto l’ambiente attiri l’attenzione e quando faccia notizia.

I temi ambientali , soprattutto quelli connessi all’ecosostenibilità in genere, negli ultimi anni sono diventati sempre più di grande interesse da parte dell’opinione pubblica, vuoi per i poliedrici risvolti, anche economici, che essi hanno sull’intera società civile e sia per l’impatto soprattutto in riferimento ai cambiamenti climatici, che hanno coinvolto l’intero pianeta e che materialmente influiscono, spesso stravolgendoli, sulle abitudini e sugli stili di vita quotidiani.

Nel nostro Paese, fino a non molti anni fa, l’ambiente ed ogni argomento ad esso connesso, era confinato in posizioni mediatico/editoriali secondarie, lontano anni luce dagli interessi che facevano audience, ma per fortuna nel’ultimo decennio, si è man mano registrato un interesse crescente verso tutto quello che conduce allo sviluppo sostenibile, infatti alcuni comportamenti, sia individuali che delle imprese, definiti ecosostenibili, finalizzati alla tutela ed alla valorizzazione dell’ambiente, delle risorse alternative, delle fonti rinnovabili, improntati alla green economy, sono diventati delle vere e proprie esigenze sociali che i media non possono e non vogliono trascurare, onde tenere alto l’interesse verso argomenti sempre più cogenti ed attuali e soprattutto in modo che queste tematiche possano essere globalmente assimilate, monitorate e studiate, in modo da perfezionarne i concetti e nel caso in cui esse potessero rappresentare delle problematiche, trovarne eticamente e congiuntamente le migliori soluzioni.

L’informazione ambientale è diventata così il fulcro determinante al fine di promuovere i comportamenti diretti alla sostenibilità, in modo che vengano evidenziati i punti forti ma anche le criticità di essi, coinvolgendo i diretti interessati, ossia i cittadini, cercando di renderli consapevoli, responsabili e compartecipanti ai processi decisionali.
Ma nonostante il sempre più crescente ed attuale interesse dei media, come è stato documentato dal Rapporto 2022, vi è ancora una grande differenza di trattamento delle tematiche ambientali da parte dei vari organi d’informazione, infatti è emerso che le televisioni nel 2022, hanno spesso trattato tematiche ambientali, in modo connesso ad altre notizie, un esempio tangibile è senz’altro quello relativo alla discussione della crisi energetica e delle energie rinnovabili, in relazione al conflitto Russo/Ucraino.

Anche dal punto di vista dei giornali si sono registrate alcune macroscopiche differenze, infatti dal monitoraggio posto in essere da Eco-Media, è emerso che i giornali stampati, nel 2022, hanno dedicato particolare attenzione ad argomenti come la transizione ecologica e l’economia circolare, mentre, quelli online, hanno dato maggiore spazio ai cambiamenti climatici ed alle varie forme di inquinamento. La parola chiave di alcuni giornali nello scorso anno, è stata per esempio Agenda 2030, argomento che una testata specifica, ha dibattuto frequentemente e sotto molteplici aspetti, in tutto il periodo sottoposto a monitoraggio.
Le radio nazionali, sempre da quanto riportato dal citato rapporto, lo scorso anno, si sono dimostrate molto sensibili verso il tema della transizione ecologica, argomento dibattuto con grande interesse e costante frequenza.
Tutti i media analizzati però hanno mostrato particolari attenzioni, verso specifiche tematiche ambientali, solo ed esclusivamente in concomitanza del verificarsi di specifici eventi o catastrofi, siano essi naturali che socio-antropici, a dimostrazione del fatto che non si ha ancora la piena consapevolezza e la coscienza che “certi argomenti” vadano affrontati a prescindere, sempre ed in modo autonomo, occorre quindi un cambio di marcia, un giornalismo più moderno, empatico e dinamico, che ponga la sostenibilità non più come una rinuncia, un divieto od un dovere, ma come una vera e propria opportunità di sviluppo che possa far cambiare le sorti del nostro pianeta e migliorare concretamente la qualità della vita delle generazioni che verranno.

di Francesco Della Corte

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