di Martina Biassoni
Durante la diretta radio del 28 luglio 2020 l’attenzione è stata donata incondizionatamente a chi, in questi ultimi mesi, è stato dimenticato, come se le conseguenze della difficile situazione che il mondo sta attraversando non toccassero anche queste minoranze dal vivo.
La trasmissione del 28 luglio, infatti, ospitava il sindaco di Lampedusa, Totò Martello, il quale si sta ritrovando a gestire una situazione incerta, dura e che sembra essere destinata a peggiorare: nell’hotspot di Lampedusa, ogni giorno vengono accolti migranti che devono essere curati e controllati seguendo le norme di distanziamento e sicurezza anti-Covid vigenti secondo i decreti del Presidente del Consiglio.
La cattiva informazione però sta facendo una pessima pubblicità all’isola: fra falsi allarmi (come ad esempio la falsa notizia di casi di Coronavirus a Lampedusa) ed una burocrazia dai tempi biblici sta diventando molto difficile per gli isolani, primo cittadino incluso, gestire la situazione di quarantena per i neo-approdati e soprattutto assicurare a tutti un controllo della situazione esemplare, riuscendo anche ad evitare che eventuali focolai prendano piede, contagiando non solo chi è ospite dell’hotspot, ma anche chi lì lavora e la popolazione tutta dell’isola.
Un danno, questo, che ha mostrato i primi frutti ovviamente sul turismo: un’isola magnifica che grazie al turismo riesce, dopo i mesi di durissimo lockdown, a sostenersi e ripartire, di nuovo bloccata da cattiva informazione e racconti di falsi contagi che si sono subito ripercossi sulle prenotazioni turistiche. Il sindaco però tiene a rassicurare chiunque fosse diretto sull’isola che i contagi di cui si è tanto parlato non sono veri, ma soprattutto si è premurato di fare un appello al nostro governo, il quale non si è tutt’ora preoccupato di snellire le pratiche necessarie al reindirizzamento degli ospiti che, finita la quarantena, possono permettersi di lasciare l’hotspot per dirigersi verso le altre regioni italiane o altri stati. Inoltre, avvisa, se l’operazione di velocizzazione pratiche non avvenisse nell’immediato futuro, si rischierebbe di raggiungere uno stato di sovraffollamento dell’hotspot, situazione che non permetterebbe il controllo e l’osservanza delle misure di distanziamento sociale e sicurezza generale.
Anche l’On. Enza Blundo si dice indignata della situazione al limite dello stato di calamità che il Primo cittadino di Lampedusa si trova ad affrontare quotidianamente ed in totale solitudine, abbandonato da uno stato che dovrebbe garantire a lui ed a tutti gli altri cittadini sicurezza ed aiuti sia economici che pratici.
Con l’On. Enza Blundo ci si è preoccupati – vista anche la sua professione di insegnante – di discutere anche della situazione scolastica: la scuola è stato uno dei maggiori dimenticati durante l’emergenza Covid, la prima struttura pubblica ad essere chiusa e l’ultima che verrà riaperta il 14 settembre prossimo, con un ampissimo ritardo rispetto all’usuale tabella di marcia, ma soprattutto con diverse esigenze da riordinare nel più che immediato futuro. È a scuola che i bambini passano la maggior parte del tempo e che devono assolutamente tornare a settembre perché venga così loro garantito il diritto ad un’istruzione vera e frontale, e non quella intermediata da schermi e difficoltà di ogni genere, dall’impossibilità a connettersi, all’assenza di un computer in famiglia, all’incapacità dei genitori di seguire ed accertarsi assiduamente che i figli apprendano.
Una situazione di disagio che si è cercato di ingoiare per quei due o tre mesi di emergenza piena, ma che deve essere risistemata entro l’inizio delle scuole così da permettere a tutti ciò che fino a gennaio era la normalità: una giornata a scuola ad apprendere. Si sta pensando ad entrate a scuola scaglionati, ad una suddivisione delle classi in più aule così da garantire la distanza, si pensa di effettuare lezioni in alternanza – ovvero un giorno si va a scuola la mattina ed un altro il pomeriggio, così da permettere a tutti di essere al sicuro, senza assembramenti né violazioni delle norme vigenti.
Insomma, quello che l’On. Enza Blundo ha con veemenza cercato di far comprendere è che non è possibile destrutturare completamente l’organizzazione scolastica e la scuola in sé, non è possibile e sarebbe scorretto nei confronti dei ragazzi, che rappresentano il futuro di un paese che già lascia sfuggire troppi cervelli, causa cattiva retribuzione, elevatissimo tasso di disoccupazione, ma soprattutto disinteresse in un futuro migliore.