di Manuel Gallo
Home made o homemade? In entrambi i casi, il significato è lo stesso; il “fatto in casa” richiama il fai da te, il risparmio, consumando il meno possibile e riciclando ciò che si pensa ormai perduto per sempre. Con la filosofia homemade, tutto può tornare utile, anche se l’oggetto di per sé non ha più le stesse funzionalità, assumendone delle differenti e aggiungendo un pizzico di quell’originalità in più dentro casa nostra.
Il pensiero dell’homemade sta pian piano bussando alla porta di casa e salvandoci dallo spreco, incuriosendoci e dando il via all’arte dell’arrangiamento.
Le idee sono numerose e l’elemento che differenzia il tutto è la funzione che si vuole dare all’oggetto preso in discussione. Non bisogna pensare di aver fatto un qualche specie di corso appositamente studiato per arrangiarsi, è un’arte, ed è naturale, come l’istinto di sopravvivenza. Prima di gettare via e salutare per sempre un oggetto, piccolo o grande che sia, ingombrante o inutile, osservatelo con attenzione e sarà opportunatamente utilizzabile. Le tovaglie, anche se lavate mille volte, in acqua calda, fredda, in lavatrice e candeggina, sono permanentemente macchiate, per cui possono essere utilizzate come stracci per le pulizie. Una scala semplice da lavoro, riverniciata e colorata, appesa ad un muro, funge da appendi abiti o scaffale. Al supermercato, quei bancali nei depositi sul retro, assemblati uniformemente, riverniciati e disinfettanti, danno luogo ad una panchina, arredando nuovamente il giardino, oppure una struttura di un letto.
Ogni cosa ha più di una funzione e l’homemade è la risposta alla domanda sulla riutilizzazione di un qualcosa.