di Gabriele Rizza
Minuto 67’ della finale degli europei Italia – Inghilterra: dopo un colpo di testa del piccolo Verratti ribattuto sul palo dal portiere inglese, Leonardo Bonucci anticipa tutti e ribatte in rete portato in pareggio una finale fin lì difficile per gli azzurri. Le piazze esplodono, gli italiani di Wembley cantano e sventolano le bandiere, in tribuna c’è chi, con il fare di chi è appena stato svegliato dopo una manciata di minuti di sonno, porta le braccia in avanti, leggermente verso il cielo, senza stringere i pugni, esce quel sorriso che si fa quando crediamo che non ci vede nessuno. Le mani sono aperte come a benedire l’undici di Mancini, in realtà è semplicemente il riflesso della personalità, la riscoperta umiltà del ruolo svolto da chi ha esultato in questo modo al gol di Bonucci: è Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica italiana.
Ha vinto anche lui. E il suo gesto rimarrà nella cronaca popolare italiana, quanto e forse più di quanto non abbia fatto Pertini durante il mondiale dell’82. Solo il consumo feroce di fatti, gesti e notizie del nostro tempo potranno minare la longevità collettiva dell’esultanza. Quanto a qualità non c’è paragone, vince Matterella. Durante la partita, le pose del Presidente sono stata la sintesi delle cariche iconiche della cultura inglese e italiana, un po’ Papa e un po’ Re. In piedi con fare dolcemente rigido e impacciato, regale nell’abbigliamento e nelle espressioni contenute per natura. La massima carica dello Stato era la perfetta antitesi dell’umore degli italiani di quella serata, ed è forse per questo che ci è piaciuto e ci piace di lui: nell’euforia è la calma che ci dà coraggio, il buffo che strappa un sorriso al cuore, che sia durante una partita, una pandemia, una crisi dei partiti. L’esultanza di Pertini cavalcava il tempo di un’Italia pronta a diventare la massima potenza industriale europea, fiduciosa e rampante, Mattarella ha donato normalità in un’Italia in cui se non vai a colpi di esibizionismo, apparenza, di alzare la voce più degli altri non vai avanti. Ha semplicemente fatto vedere come vorremmo essere e non possiamo permettere di essere, non in questi anni in cui tutto è in bilico.
Mattarella è un contrasto sociale, quanto una realtà del cuore degli italiani. Non ha cavalcato il mondo odierno, si è tenuto nella semplicità buffa e rassicurante che fa parte di ogni tempo, e che agli italiani, in fondo, piace.