di Daniela Buonocore
Dopo le molteplici testimonianze degli ucraini e le intercettazioni radio dalle quali si evincono, con grande chiarezza, le atrocità subite dai civili di Bucha per opera dei militari russi, il cosiddetto “sistema del terrore”, non si ferma.
Il ministro dell’Interno, Denis Monastyrsjky, ha infatti rivelato la nuova strategia adottata dai soldati russi per seminare terrore tra i civili ucraini. Rischiano tutti di trovare nelle loro auto, o addirittura all’interno degli oblò delle loro lavatrici, gli esplosivi lasciati dai soldati russi, così come accaduto ad un uomo che, dopo aver aperto il bagagliaio della propria macchina lasciata davanti al cancello della sua casa, ha perso la vita a seguito dello scoppio della mina nascosta all’interno. Molte le testimonianze di chi sostiene di aver ritrovato mine anti-uomo all’interno degli appartamenti in cui risiedevano prima del conflitto. Stesso discorso vale per gli appartamenti degli agenti di polizia, dei soccorritori e dei militari ucraini, anch’essi presi di mira dagli assalitori russi. Nessuno escluso quindi e, nelle ultime ore, gli artificieri stanno controllando frigoriferi, lavatrici e ogni genere di elettrodomestico presente nelle abitazioni, ma anche porte e cancelli. Il Governo sarebbe infatti al lavoro, giorno e notte, per rendere sicuri i territori lasciati dalle truppe dello zar che, prima poi spostarsi in Bielorussia, hanno trasformato ogni zona del territorio ucraino in un campo minato. A sostenere questo lavoro di sminamento sono pervenuti anche degli esperti provenienti da fuori Europa.
Questo accanimento civile ha come unico scopo quello di generare nelle vittime paura e terrore, abbassando il loro morale e limitandoli nella libertà di movimento. I civili, in questo modo, si sentono demotivati e incapaci di creare quella resistenza che tanto sta facendo penare Putin.
Ci sono inoltre video dell’esercito russo che spara a raffica e lancia granate con gas lacrimogeni su una folla di civili che stavano manifestando contro l’occupazione russa a Kherson. Nella città di Makariv, il Sindaco ha denunciato il ritrovamento di 133 cadaveri, trovati in parte con le mani legate, donne stuprate e poi uccise, una di loro perfino sgozzata. I militari russi hanno lanciato granate nei rifugi per evitare che i civili vi si nascondessero. Il Ministero della Difesa ucraino lo ha definito come un nuovo mostruoso crimine di guerra.
Lo scenario è sempre uguale: all’arrivo dei militari ogni cittadina viene isolata, i cellulari vengono distrutti e chiunque cerchi di comunicare con l’esterno viene ucciso.
Da qui partono le torture, le violenze e i massacri. Uno scenario di sangue quindi, basato su un susseguirsi di azioni ben precise da seguire come un copione.
Quella che dovrebbe essere la conquista del Paese sembra così prendere le sembianze di autentici atti terroristici.