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sabato, 16 Novembre, 2024

GUERRA E SPERANZA: OMBRE SULLA GESTIONE DELLA PANDEMIA

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di Alessandro Giugni

Dopo più di un anno dall’inizio dell’emergenza sanitaria, dopo i primi caotici mesi nei quali ogni dispositivo di protezione risultava pressoché introvabile non solo per i privati cittadini, ma anche per le strutture ospedaliere, dopo oltre 100.000 vittime, emergono, ogni giorno più del precedente, pesanti dubbi circa la gestione della pandemia.

La Procura di Bergamo ha avviato una maxi inchiesta che si sostanzia in tre filoni di indagine: la mancata attuazione della zona rossa nei comuni di Nembro e Alzano Lombardo, la chiusura e riapertura dell’ospedale di Alzano nel febbraio 2020 e, da ultimo, il mancato aggiornamento del piano pandemico.

Proprio in relazione all’ultima questione sono emersi negli ultimi giorni alcuni inquietanti dettagli che hanno portato Ranieri Guerra, direttore vicario dell’OMS, all’iscrizione nel registro degli indagati per false informazioni al pm. Il 5 novembre 2020 Guerra, sentito come testimone, aveva dichiarato che il piano pandemico italiano non avrebbe necessitato di alcun aggiornamento in quanto non erano intervenute né variazioni epidemiologiche né indicazioni da parte dell’OMS circa la necessità di variazione del piano stesso, il quale sarebbe, dunque, rimasto immutato dal 2006 fino alla revisione avvenuta nel 2021. Il procuratore Antonio Chiappani ha, però, rilevato, in primis, che nel periodo intercorrente tra il 2009 e il 2012 si erano diffuse l’influenza suina A(H1N1) e la Mers e, in secundis, che tra il 2013 e il 2017 l’OMS aveva pubblicato nuove linee guida utili all’aggiornamento dei piani pandemici.

Il reato di cui all’art 317 bis c.p. viene contestato a Guerra anche con riferimento alle circostanze e modalità con le quali il rapporto An unprecedented challenge: Italy’s first response to Covid-19 (elaborato da un gruppo di ricercatori all’epoca facenti capo al dott. Francesco Zambon) il 13 maggio fu dapprima approvato e pubblicato e poi, nel giro di 24 ore, rimosso da ogni canale. Da quanto emerso da alcune intercettazioni diffuse da Non è l’Arena, appare evidente il coinvolgimento diretto di Guerra. Egli, infatti, scrisse a Brusaferro: «Dovremmo anche vedere cosa fare coi miei scemi di Venezia. Come sai ho fatto ritirare quel maledetto rapporto. Ma è stato fatto un lavoro che riletto, emendato e digerito potrebbe avere un senso”. Nella conversazione tra i due emerge altresì un coinvolgimento di Goffredo Zaccardi, capo di gabinetto del Ministro Speranza: “il capo di Gabinetto dice di vedere se riusciamo a farlo cadere nel nulla. Se entro lunedì nessuno ne parla vuole farlo morire. Altrimenti lo riprendiamo assieme. Sic».

Alla luce di quanto sopra riportato, sarà compito della Procura di Bergamo approfondire il ruolo del Ministro Speranza in questa vicenda. Sotto il profilo politico, però, la posizione dell’attuale Ministro della Salute appare irrimediabilmente compromessa: come poteva non sapere di ciò che il suo capo di gabinetto stava facendo? E, anche ammettendo che fosse all’oscuro di tutto, come può un Ministro non accorgersi di quanto accade all’interno del dicastero al quale è preposto?

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