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venerdì, 22 Novembre, 2024

GREEN PASS, la soluzione non è l’obbligo di Macron ma la fiducia della Merkel

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di Gabriele Rizza

Il discorso di lunedì 12 luglio del Presidente francese Emmanuel Macron sulla necessità di rendere obbligatoria la vaccinazione per usufruire di una serie di servizi quotidiani come un caffè al bar o una cena al ristorante, ha innescato una lunga discussione anche nel nostro paese. A cogliere e promuovere per primi l’esempio francese sono stati i partiti tradizionalmente filo francesi, come il PD e Italia Viva – per capire delle dinamiche di lunga durata, non bisogna dimenticare mai la sottomissione culturale alla Francia di una certa classe dirigente della sinistra italiana, da Enrico Letta a Romano Prodi, sono in tanti ad aver avuto contratti di insegnamento presso Università e Fondazioni francesi o lo schieramento del PD con la Francia all’epoca dei battibecchi tra il governo gialloverde e Macron, con tanto di bandiera francese pubblicata sulla pagina Facebook del PD – ma anche da esponenti dei Cinque Stelle e di Forza Italia. Più critici Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che vorrebbero conservare il green pass (con vaccino o tampone) per i grandi eventi e gli stadi, ma non per il bar o il ristorante al chiuso.
L’obbligatorietà del vaccino per svolgere azioni che tutti gli italiani vivono ogni giorno, spingerebbe tanti indecisi o no vax a vaccinarsi, dando un ulteriore spinta al processo di immunità di gregge, che però gli scienziati già mettono in dubbio considerando la rapida circolazione della variante Delta, nonostante i vaccini sono certamente utili a ridurre le ospedalizzazioni, ossia il nocciolo del problema Covid. Se quindi sul piano dell’efficacia l’obbligo del vaccino potrebbe funzionare – in Francia, dopo il discorso di Macron, circa due milioni di francesi si sono registrati per prenotare la vaccinazione – dall’altra si pone un problema morale, costituzionale, di libertà. Angela Merkel ha scelto la strada della libertà e non dell’obbligo per convincere gli indecisi a vaccinarsi:” Al momento abbiamo detto che non vogliamo vaccinazioni obbligatorie, vogliamo promuovere le vaccinazioni”. La strategia di Berlino è quella di puntare sulla disponibilità delle dosi, anche nelle chiese, nelle moschee, nei supermercati, nei posteggi e nelle strutture sportive, così da raggiungere coloro che finora hanno esitato. Il governo italiano dovrebbe prendere spunto dalla Merkel più che da Macron: promuovere e rendere disponibile il vaccino in più luoghi possibili, puntare sull’alto numero delle dosi ma anche sulla libera scelta sul vaccino da utilizzare, che sia Astrazeneca o Moderna. Se gli italiani sono sfiduciati è anche per i numerosi dietrofront del governo sui vaccini, Astrazeneca sì, poi no, poi sì, poi ciclo vaccinale con dosi diverse, senza una vera e propria sperimentazione scientifica adeguata. Se gli italiani hanno paura è per l’incompetenza di chi decide. Più che sull’obbligo, si punti sulla fiducia.

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