di Giorgia Scataggia
Nino Cartabellotta, presidente della fondazione non a scopo di lucro GIMBE, che si occupa di favorire la diffusione e l’applicazione delle migliori evidenze scientifiche, è intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus, sul problema della costante richiesta di tamponi: “La settimana scorsa avevamo già anticipato che con un numero così elevato di lavoratori senza vaccino (3,8 milioni), non era possibile soddisfare la domanda dei tamponi, nonostante lo sforzo enorme delle farmacie. E’ evidente che, data la quantità di persone e la frequenza, senza un adeguato potenziamento, non si sarà in grado di garantire questo tipo di servizio. Le prime dosi di vaccino sono aumentate negli ultimi giorni, bisognerà vedere quanti altri si convinceranno a vaccinarsi”.
“Nella popolazione vaccinabile l’obiettivo di arrivare al 90% è realistico, ma credo sia difficile andare oltre a quella percentuale senza introdurre l’obbligo. Tutte le persone indecise credo si stiano convincendo, poi c’è uno zoccolo duro stimabile al 10% su cui è molto difficile intervenire in assenza di un obbligo vaccinale”, ha continuato Cartabellotta, ricollegandosi anche al picco dei casi in Gran Bretagna, tra le prime a partire con la campagna vaccinale: “A un certo punto hanno allentato tutte le misure di sicurezza ed in questa fase della pandemia, nonostante la copertura vaccinale, non si possono abbandonare le misure di sanità pubblica. Per quanto riguarda noi, tutto quello che abbiamo riaperto dal 25 Aprile, non lo abbiamo più richiuso grazie al fatto che, al fianco della progressiva vaccinazione, abbiamo mantenuto le misure di sanità pubblica”.