Per Pietro Grasso la riforma del Senato dovrebbe portare alla creazione di un organismo “composto da rappresentanti delle autonomie e componenti eletti dai cittadini” che si esprima su “diritti e temi etici”. Per il presidente di Palazzo Madama l’obiettivo istituzionale è quello di riuscire a creare un sistema che garantisca “la stabilità e la rappresentatività indicata dalla Corte costituzionale”.
Intervistato dal quotidiano “La Repubblica”, alla vigilia della presentazione del testo di riforma del Senato preparato da Matteo Renzi, Grasso spiega di immaginare Palazzo Madama composto da senatori e da parte dei consiglieri regionali e per “rendere più stretto il coordinamento tra il Senato e le autonomie locali, prevederei la possibilità di partecipazione, senza diritto di voto, dei presidenti delle Regioni e dei sindaci delle aree metropolitane”.
La fine del bicameralismo perfetto per Grasso significherebbe la contrapposizione di una Camera prettamente ed esclusivamente politica, con potere di dare e togliere la fiducia al governo, bilanciata “da un Senato di garanzia, con funzioni ispettive, di inchiesta e di controllo, anche sull’attuazione delle leggi. Chiaramente il Senato dovrà partecipare, in materia determinante, ai processi decisionali dell’Unione Europea, sia in fase preventiva che attuativa”.
Nello specifico Palazzo Madama dovrebbe occuparsi principalmente “oltre a tutte le questioni di interesse territoriale, alle leggi costituzionali o di revisione costituzionale, alla legge elettorale, alla ratifica dei trattati internazionali, e alle leggi che riguardano i diritti fondamentali della persona”.
Nei tanti e possibili cambiamenti, Grasso non annovera il nome: “non rinuncerei mai ad una parola italiana che viene usata in tutto il mondo. Lascerei il nome di Senato”.
La Critica