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sabato, 16 Novembre, 2024

GLI ERRORI DELL’EUROPA NELLA GESTIONE DEI VACCINI

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di Gabriele Rizza

L’Unione Europea vive un altro momento delicato. La gestione e approvvigionamento dei vaccini è a un punto critico, che ha portato anche questa volta alla creazione di un blocco di paesi insofferenti per i risultati ottenuti. Nel mirino di Austria e Danimarca c’è l’Ema, l’agenzia europea dei medicinali, considerata troppo lenta rispetto agli USA e alla Gran Bretagna nell’autorizzare vaccini come il russo Sputnik V e l’americano Johnson & Johnson, mentre Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca si erano già mosse da sole ottenendo qualche migliaio di dosi da Russia e Cina. Il modello seguito da Austria e Danimarca è Israele, paese in testa per vaccinazioni e prossimo a raggiungere l’obiettivo dell’immunità di gregge.

La gestione comunitaria dei vaccini è così già in discussione. Le colpe non sono però imputabili all’Ema, la quale segue semplicemente la cultura europea di massima attenzione prima di approvare un farmaco o un vaccino. L’UE invece ha toppato per almeno due motivi: il primo è stato il fragile sostegno alla ricerca per un vaccino anti covid, soprattutto in confronto a quanto hanno fatto gli Stati Uniti. Lo sforzo economico dell’UE è calcolato in qualche centinaia di milioni di euro, mentre gli Stati Uniti nel 2020 hanno stanziato 3 miliardi di dollari. E in un mondo in cui la solidarietà latita, non possiamo sorprenderci se le case farmaceutiche americane abbiano un occhio di riguardo verso chi li ha finanziati. Inizia qui il secondo grave errore, infatti L’UE avrebbe almeno dovuto giocare d’anticipo pensando ad un piano, ad un accordo per la cessione almeno temporanea dei brevetti, puntando sulla creazione di catene produttive in loco, piuttosto che cullarsi sui trattati stipulati. Invece la discussione è arrivata solo negli ultimi giorni, dopo la constatazione dei ritardi nella fornitura dei vaccini.

Ad esempio, l’Italia solo nella giornata di mercoledì 3 marzo, per voce del ministro Giancarlo Giorgetti della Lega, ha presentato un programma per la produzione dei vaccini, ma richiederà almeno quattro mesi per essere operativo. Il tempo è stato perso, ma la lentezza dell’UE nel porvi rimedio è peggio del peccato. I commissari si nascondono dietro le parole “impossibile”, “burocrazia”, “realtà”, non coscienti che i sacrifici economici, nervosi e sociali di milioni di europei sono già aldilà della realtà. Dopo il fallimento della gestione della crisi economica greca, il nulla di fatto per affrontare in modo comune l’immigrazione e i tentennamenti sul Recovery Fund, l’Europa rischia l’ennesima figuraccia.

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