di Stefano Sannino
Si è conclusa oggi la Milano Fashion Week in versione digitale, un susseguirsi di presentazioni e sfilate online, fra le tante anche quella di Giorgio Armani, quasi a chiudere un cerchio iniziato lo scorso anno, quando re Giorgio aveva chiuso le porte della sua sfilata di Milano. Una scelta decisa, forte che ai tempi non si poteva più di tanto capire, nonostante la zona rossa dichiarata a Codogno a pochi chilometri da Milano, teneva incollati alla televisione milioni di italiani. L’idea di donna che riflette sul futuro post-pandemia è ancora una volta al centro della collezione Armani appena presentata.
Non potrebbe essere altrimenti: la moda rispecchia sempre i cambiamenti sociali, ed anche questo 2020 non ha fatto eccezione. Armani ha incanalato questa incertezza e questa voglia di tornare a vivere in una collezione che racconta di una donna notturna, sensuale, misteriosa, ma ricca di intraprendenza e di voglia di tornare alla normalità. Le sete ed i velluti degli abiti si sposano perfettamente con i tagli classici e sobri, che hanno fatto di Armani uno dei grandi nomi della moda internazionale.
Romanticismo e innovazione insieme seducono e si sposano in una passerella sulla quale svetta un enorme gorilla, riproduzione dell’artista Marcantonio Raimondi Malerba di Uri, divenuto elemento d’arredo della casa di Giorgio Armani, nonché simbolo dell’impegno dell’azienda con il WWF per la salvaguardia delle specie a rischio di estinzione.
Armani ha dunque chiuso un cerchio fatto di “rimasti in sospeso”, cominciato nel periodo più buio degli ultimi decenni, ma destinato a condurci verso una nuova luce, proprio come gli abiti che abbiamo visto sfilare in passerella.