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sabato, 16 Novembre, 2024

GIOIELLI DA RISCOPRIRE: IL REAL SITO DI CARDITELLO E’ ANCORA PIU’ BELLO DELLA REGGIA DI CASERTA

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di Francesco Della Corte

 

Quando si parla di Caserta, immediato pensare alla stupenda Reggia Vanvitelliana, ubicata al centro della città, simbolo indiscusso della ricchezza e dell’eleganza di un periodo passato. Ma in questa zona c’è anche un altro sito borbonico di altrettanto valore storico ed architettonico.

A San Tammaro, a pochi passi dall’antica Capua, c’è la tenuta di caccia dei re delle Due Sicilie, chiamata anche Real Sito di Carditello, complesso architettonico di stile neoclassico, costruito dall’allievo e stretto collaboratore di Vanvitelli, Francesco Collecini.

La storia di questo sito, seppur molto travagliata negli ultimi anni, è molto interessante non solo dal punto di vista storico ma anche sociale. 

Nata come luogo di caccia e di allevamento di cavalli autoctoni, più tardi per volere Ferdinando IV di Borbone, fu trasformata in una fattoria sociale modello per la coltura di grani pregiati, oltre che di allevamenti di razze selezionate, sia di cavalli che di bovini.

L’intera area su cui sorge il sito è di oltre duemila ettari, tra boschi ricchissimi di flora e di fauna, per tale motivo in passato i Borboni invitavano i propri ospiti a ricche battute di caccia e sonore scorpacciate delle tante delizie ed eccellenze culinarie di cui la zona è ricca, non dimenticando l’antenata della mozzarella di bufala.

La struttura architettonica è composta da un palazzo centrale in cui risiedevano i reali, da una raffinata cappella reale oltre che da 8 torri e ben 13 capanni, insistendo su di un’area di oltre 50 mila metri quadrati.

Durante la Seconda Guerra Mondiale vive momenti molto travagliati: diventa quartiere generale delle truppe tedesche e poi di quelle americane. Passò poi nelle mani del Consorzio di Bonifica del Basso Volturno, che a causa dei debiti accumulati negli anni, dovette metterla all’asta giudiziaria, e dopo alcuni approcci da parte di privati, finanche stranieri, finalmente, grazie all’opera sinergica delle associazioni e dei cittadini, è passata nella titolarità dello Stato, attraverso il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. L’auspicio è che spero presto possa ritornare all’antico splendore, purtroppo negli anni è stata materialmente saccheggiata, addirittura scardinando dalle mura affreschi e marmi pregiati.

Oggi finalmente è ritornato agli italiani e di certo rientrerà meritatamente nei circuiti turistici più prestigiosi: il Real Sito di Carditello ha davvero tanto da raccontare, dal fasto, alla cultura ed all’identità di un territorio pieno di attrattive naturali ed artistiche che però ha ancora bisogno di essere valorizzato e divulgato.

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