Le isole Takeshima sono due piccoli isolotti a largo del Mare del Giappone, la loro superficie arriva a quasi 0,20 chilometri quadrati, costituite da rocce vulcaniche e povere di vegetazione, eppure sono contese tra Giappone e Corea del Sud. Facciamo una piccola analisi storica.
Secondo documenti storici le isole Takeshima erano un punto di riferimento e venivano utilizzate da mercanti, pescatori e cacciatori di Yonago, con autorizzazione dello Shogun già agli albori del primo periodo Edo, conosciuto anche come periodo Tokugawa che inizia nel 1603, e vennero annesse al Giappone ufficialmente già a metà del XVII secolo e non esistono documenti che attribuiscano una sovranità sulle isole da parte della Corea in quell’epoca. Successivamente, nel 1905, il Giappone, con delibera del Governo, riafferma la sua sovranità sulle isole e le annette alla Prefettura di Shimane.
A dare maggior supporto alla tesi sostenuta dal Giappone in materia è il Trattato di Pace di San Francisco del 1951. Durante la sua stesura, la Corea del Sud rivendicò la sua sovranità sulle Takeshima ma gli U.S.A. rifiutarono riconoscendo le isole come parte integrante del territorio nipponico pertanto non era certo quelle isole un’area che il Giappone avrebbe dovuto cedere. Ciononostante la Corea del Sud, nel 1952, contravvenendo al diritto internazionale impone unilateralmente un confine artificiale: la Syngman Rhee Line, imponendo così sulle isole takeshima le sua sovranità. Nonostante la Syngman Rhee Line sia stata abolita nel 1965, la Corea del Sud occupa ancora oggi ed in modo illegale le isole di Takeshima.
Il Giappone, in tutti questi anni, ha sempre cercato per vie diplomatiche e pacifiche di risolvere la questione. Nel 1954, nel 1962 e nel 2012, il Giappone ha fatto ufficiale richiesta al governo sudcoreano di portare la questione dinnanzi alla Corte Internazionale, affinchè fosse presa una decisione internazionale ed imparziale in materia, in tutti e tre i casi la Corea ha sempre tergiversato senza mai accettare la proposta del Sol Levante, anzi nel 2012, la presidenza coreana rispedì al Primo Ministro giapponese Noda, la lettera con le proposte nipponiche, solo perché i territori “contesi” venivano, giustamente, chiamate col loro nome, ossia, “Isole Takeshima” (Usan per i coreani), inoltre il governo sudcoreano, tramite nota verbale, ha dichiarato che non avrebbe comunque accettato alcuna proposta in merito, tantomeno di sottoporre al giudizio della Corte Internazionale, la questione della sovranità sulle isole Takeshima.
Pertanto, come giustamente si dichiara in una note governativa giapponese, pare che la Repubblica di Corea non è fermamente convinta della sua rivendicazione di sovranità su Takeshima.
Gian Giacomo William Faillace