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martedì, 17 Dicembre, 2024

#conosciiltuosguardo. Gesù è venuto per liberare gli oppressi non per opprimere

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di Angelo Portale

Nel Vangelo di questa domenica Luca pone al centro alcuni versetti del profeta Isaia che Gesù legge nella Sinagoga di sabato: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore».

Questo testo vuole descrivere la missione di Gesù
su questa terra e quindi il desiderio di Dio per gli uomini.
Si parla di poveri, prigionieri, ciechi che poi vengono inclusi tutti nell’unica categoria di oppressi. Questi devono essere messi in libertà e a loro dev’essere proclamato l’anno di grazia del Signore.
Gesù è venuto per gli oppressi. Dio quindi non può essere un oppressore. Se il Dio in cui crediamo o ci hanno fatto credere, lo sentiamo opprimente, non è il Dio di Gesù Cristo ma il dio di qualche catechista o prete o genitore o nonno che non ha conosciuto il vero Dio. Oppure il dio delle nostre ingannate elucubrazioni mentali, delle nostre proiezioni, una nostra idea di dio, un idolo insomma. Idolo viene da idea.Questo ragionamento possiamo estenderlo ad ogni religione: non si può opprimere nessun essere umano in nome di Dio o in nome di precetti fatti passare come divini.
Il contrario di opprimere è sgravare, alleggerire, ricreare, sollevare, confortare, liberare, ecc.

Oggi ed ogni giorno ad ognuno di noi la scelta di cosa essere verso gli altri e verso noi stessi.
È fondamentale però essere stati arricchiti da Dio, dalla sua generosità infinita, dalla sua misericordia che da poveri-poveracci ci rende ricchi.
È fondamentale essere stati da Lui liberati perché tutti, chi più chi meno, siamo schiavi del nostro egoismo.
È fondamentale essere stati da Lui resi nuovamente vedenti perché soltanto di ciò di cui siamo stati guariti e ne diventiamo consapevoli, possiamo essere esperti e generosi donatori.
Questo processo di liberazione si chiama “redenzione” e ci fa diventare “buona novella”, cioè “Vangelo vivente” per gli altri, portatori di luce, amore, fiducia, coraggio, vita eterna.

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