Ovunque si giri lo sguardo è facile scorgere balconi fioriti e vasi colmi di geranei multicolori. Ma sono davvero geranei? In realtà, non lo sono. Quelli che comunemente chiamiamo geranei appartengono infatti al genere Pelargonium, mentre i geranei propriamente detti appartengono al genere Geranium, che conta anche alcune specie selvatiche presenti sul nostro territorio. I due generi comunque sono strettamente imparentati, appartenendo entrambi alla famiglia delle Geraniaceae. L’equivoco sul nome comune di queste piante nasce dal fatto che originariamente i botanici
avevano inserito i Pelargonium nel genere Geranium. Sono in seguito fu creato un nuovo genere a causa delle evidenti differenze. Nel frattempo, però, i giardini si erano riempiti di queste piante e la gente aveva imparato a conoscerle come “geranei”.
In questo articolo mi occuperò dei Pelargonium. A questo genere appartengono circa duecentocinquanta specie, originarie per lo più del sud Africa, di piante erbacee perenni. Ecco alcune delle specie più diffuse.
Il Pelargonium zonale e suoi ibridi ha foglie palmate, verdi e pubescenti, con una piccola fascia scura, violacea. Cresce comunemente fino a trenta-sessanta centimetri, ma può raggiungere, in condizioni ottimali, più di un metro. Produce fiori semplici o doppi, di colori varianti a seconda della varietà (bianchi, rossi, rosa, porpora…), raccolti in ombrelle di forma globosa. Ne esistono anche varietà dalle foglie multicolore, con la fascia di color porpora o cremisi, a volte variegata. È probabilmente la specie più diffusa in commercio, anche grazie alla sua ottima rifiorenza: produce infatti fiori a getto continuo per tutta la bella stagione.
Il Pelargonium X domestica o geranio imperiale deriva dall’ibridazione di diverse specie, tra cui Pelargonium grandiflora. Ha portamento simile al Pelargonium zonale, foglie scure, dal bordo frastagliato e fiori di grande effetto scenico. Ha però una scarsissima rifiorenza. Fiorisce riccamente a inizio stagione per poi produrre singoli, rari fiori in seguito. Per questo, nonostante sia di aspetto molto più elegante rispetto allo zonale, è meno diffuso.
Il Pelargonium peltatum, detto geranio edera, è una pianta strisciante e cadente, con foglie molto simili a quelle dell’edera, verde chiaro, lisce e lucide. I fiori hanno petali sfrangiati, di colore variabile a seconda della varietà, raccolti in ombrelle dall’aspetto elegante e rarefatto.
Oltre a queste specie, ne esistono di meno diffuse, ma comunque interessanti. Tra queste alcune hanno foglie che, se sfregate, emettono profumo. Sono detti geranei odorosi.
La coltivazione dei Pelargonium è semplice e può dare grandi soddisfazioni. Solitamente si comprano le
piantine a primavera e le si trapianta in un vaso più ampio. Per lo zonale e il X domestica andranno benissimo vasi del diametro di una ventina di centimetri o poco più. Per i geranei edera si usano vasi fatti in modo da poter essere appesi, in modo da ottenere una cascata fiorita. In commercio esistono terricci appositamente studiati per la loro coltivazione, ma, qualora non li trovaste un normalissimo terriccio universale andrà benissimo. Personalmente mescolo al terriccio dello stallatico maturo in ragione di due parti di terriccio per una di stallatico.
La concimazione è necessaria se volete avere fioriture di grande effetto. Usate un concime liquido npk con la percentuale di potassio e fosforo più alta di quella di azoto. Andranno benissimo i concimi liquidi che trovate al supermercato. Comprate quelli per piante fiorite. Anche per i concimi esistono formulazioni specifiche per geranei. Concimate una volta alla settimana. Se avete miscelato lo stallatico al terriccio al momento dell’impianto potete attendere un paio di mesi prima di cominciare a concimare. In caso contrario, cominciate appena l’esemplare darà segno di aver attecchito emettendo nuove foglioline o fiori (una settimana circa dal trapianto).
L’uso più comune è la coltivazione in vaso, ma è possibile usarli anche nelle aiuole in giardino. Piantateli a distanza di quaranta centimetri l’uno dall’altro arricchendo la terra con del concime organico tipo stallatico, letame o composta.
Da noi i Pelargonium sono considerati e coltivati come piante annuali, pur essendo perenni. Questo avviene perché non sopportano molto le basse temperature e durante l’inverno facilmente muoiono. Potete cercare di conservarli in vita ritirandoli in una serra fredda o in locale fresco e luminoso. Non amano l’interno delle nostre case e il loro clima artificiale. Se non disponete di un locale adatto, metteteli in una posizione riparata e copriteli con del tessuto non tessuto. In primavera, verso fine marzo, quando non ci sono più gelate, potrete portarli all’esterno.
La potatura dei Pelargonium, che si fa al momento in cui li si riporta all’esterno dopo l’inverno, consiste nell’eliminazione dei rami secchi o danneggiati e nell’accorciamento dei rami verdi, sempre tagliando sopra una foglia o una gemma.
La riproduzione può essere fatta per talea, tagliando un rametto con tre o quattro gemme e piantandolo direttamente in un vaso con del terriccio. Se volete cimentarvi in qualcosa di più complesso, potete provare la talea fogliare. Scegliete una foglia bella e sana, recidetela ed eliminate il picciolo e una piccola porzione all’attacco dello stesso alla lamina fogliare. Con un taglierino ben affilato o con una lametta da barba eseguite qualche piccolo taglio sulle nervature principali della foglia e appoggiatela sul terriccio preventivamente bagnato. Dai taglietti spunteranno radici e nuove foglie.
A presto!
Enrico Proserpio