di Stefano Sannino
Secondo la tradizione, gennaio è il mese dedicato al Dio romano Giano, noto come “Il Bifronte” proprio per avere due teste, l’una rivolta al passato e l’altra rivolta al futuro.
Fu l’imperatore Numa Pompilio, autore del secondo calendario romano nel 713 a.C., secondo alcune ricostruzioni, ad istituire il mese di gennaio, che prima era inesistente: il calendario romano cominciava infatti a marzo e terminava a dicembre.
L’importanza di Giano si attesta già dalla mitologia, essendo il Dio che, insieme a Saturno, regnava durante la famosa “Età dell’Oro”, tempo idilliaco in cui uomini e Dei abitavano fianco a fianco, in un regno di perfezione e di eternità. È in effetti proprio secondo la mitologia che Giano insegnò agli uomini l’utilizzo delle monete, del commercio, dell’agricoltura e delle navi dopo essersi stabilito sul monte Gianicolo e divenendo, di fatto, il primo Re di Roma. A Giano si fanno ricondurre anche le festività dei Saturnali, celebrati tra il 17 ed il 23 dicembre, in onore di Saturno, il Dio fuggiasco che Giano accolse nella sua città. Mito e storia si intersecano in un binomio confuso ed arzigogolato, ed attestano quanto fosse importante per i romani la figura di Ianus (Giano), che nel corso dei secoli non fece altro che aumentare la sua popolarità, divenendo uno degli Dei più celebrati ed onorati in tutti i domini romani.
Simbolicamente, l’interpretazione più popolare della raffigurazione bifronte di Giano e che questi due volti rappresentino il passato ed il futuro: il Dio è infatti caratterizzato da una testa di anziano, che guarda al passato e da una testa di giovane che guarda al futuro, dimostrando ancora una volta quanto significato portasse con sé e con il suo culto. Successivamente, Giano fu anche accostato al Cristo o addirittura all’androgino alchemico, frutto del lavoro della pietra filosofale. Purtroppo, non sapremo mai cosa davvero significasse questa divinità, alla quale i romani consacravano i centri e le porte delle città, ma – forse troppo poeticamente – possiamo utilizzare Giano come simbolo dell’influenza che il nostro passato ha sul futuro che ci aspetta.
Forse è solo un caso che l’anno nuovo cominci per noi a Gennaio, eppure esso è il mese che – proprio come il Dio a cui è dedicato – guarda un po’ al passato ed un po’ al futuro.