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lunedì, 18 Novembre, 2024

FRANCIA GENDARME DEL SAHEL. Nuovo piano di ridislocazione militare per la sicurezza mondiale

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Jean-Yves Le Drian , ministro francese della Difesa durante la sua ultima visita ufficiale  a Washington il 24 gennaio scorso, durante una conferenza stampa col suo omologo statunitense  Chuck Hegel ha dichiarato che la Francia  presto riconfigurerà la propria presenza militare in Africa e nel Sahel per meglio identificare e combattere le minacce terroristiche su questa vasta area che va dalla Mauritania al Ciad . L’obiettivo di questa nuova ridislocazione militare francese è prevenire minacce terroristiche e non più solo  assistere gli Stati nella governance , la sicurezza in senso lato , l’integrità del loro territorio, il ritorno alla legalità  ma soprattutto evitare che la ricostituzione di gruppi jihadisti , come quello che è successo nel 2012 nel nord del Mali .

Così come suggerito dal libro bianco sulla difesa e la sicurezza nazionale pubblicato sotto la presidenza di Sarkozy, sembra che si stia creando un “arco di crisi” che attraversa l’Africa sub sahariana dalla Mauritania al Ciad,  dalla Somalia a Gibuti allo Yemen al Golfo, con una sempre maggior presenza di gruppi jihadisti. Pertanto il nuovo sistema che la Francia vuole adottare per difendere la sicurezza nazionale ed europea si basa principalmente su tempi di reazione minori e maggior flessibilità e trarre maggior vantaggio da una migliore sinergia coi partner strategici.

La caccia ai terroristi è ormai una priorità costante dell’Alleanza Atlantica ma la sicurezza nel continente africano è da sempre stata affidata alla Francia, anche se il Pentagono ha  fatto il suo debutto in Africa nel 2007 con la creazione di una base a Gibuti, completata nel 2013 dalla introduzione di droni in Niger  e un comando speciale per l’Africa, Africom, ma con sede a Stoccarda, in Germania . In sostanza, Washington riconosce la competenza e il coinvolgimento meritoria della Francia a interventi militari in Africa e da supporto logistico e di intelligence (negli ultimi anni ben 15 uomini dei servizi segreti francesi hanno perso la vita nella guerra al terrorismo).

Si tratterebbe quindi di una graduale ridistribuzione delle risorse francesi nel Sahel che comprenderebbe la diminuzione di uomini e mezzi in Mali dove rimarrebbero 1000 uomini ed elicotteri, la creazione di una base logistica, di mezzi d’osservazione e intelligence (ironie aerei da pattugliamento NATO) a Niamey (Niger),  concentrare le risorse aeronautiche (aerei da combattimento e da trasporto tattico) a N’Djamena (Ciad) e mantenere una base per operazioni speciali a Ouagadougou (Burkina Faso) in collaborazione con le forze armate del paese ospitante.

Queste ultime unità, i commando per le operazioni speciali, di rapido dispiegamento, verrebbero oltretutto utilizzate a protezione dei siti di Areva ( la multinazionale francese operante nel settore dell’energia, prevalentemente, nucleare) di Arlit (Niger), Faya (Ciad) e la sede di Abidjan (Costa d’Avorio). Gli americani offrirebbero copertura satellitare ed assistenza.

Verrebbe quindi adottato dalla Francia, sul piano militare, quell’”impronta leggera” basata sulla mobilità , la flessibilità e la reattività a cui gli USA miravano con Donald Rumsfeld , Segretario della Difesa dal 2001 al 2006, sotto l’amministrazione repubblicana del presidente George W. Bush. 

Gian Giacomo William Faillace

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