La Giunta del Comune di Milano ha deciso in questi giorni di dedicare alcuni giardini del quartiere Adriano in zona Nord di Milano all’attrice Franca Rame scomparsa nel 2013. Si sono subito espresse le lamentele e le proteste di Silvia Sardone e del consigliere di zona di Forza Italia Marzio Nava che già nei mesi scorsi avevano più volte proposto altri nomi che sarebbero stati indicati attraverso dei sondaggi on line che onestamente abbiamo fatto fatica a trovare. Vorrei ricordare che a Milano esiste già da tempo via C. Marx all’angolo con B. Costant due figure di intellettuali totalmente opposte, e non mi sembra che in questi anni i cittadini abbiamo avuto il tempo di protestare e perdere tempo dietro a questioni di questo genere. Tornando a Franca Rame, riprendendo soprattutto alcuni giornali di centro destra, le prese di posizione poggiano sul passato dell’attrice che secondo loro non sarebbe limpida per il tipo di battaglie politiche e iniziative che avrebbe avuto nel corso della sua vita; soprattutto si fa riferimento al linciaggio mediatico che mise in atto con molti altri della sinistra di allora contro il commissario Calabresi e sulla questione dell’aiuto dato al Brigatista Lollo, autore della strage rogo di Primavalle. Ci si dimentica che in quegli anni erano in corso vere e proprie campagne di disinformazione e depistaggi che portarono molti di allora di sinistra e di destra a fare delle scelte sbagliate e soprattutto della battaglie politiche che poi si rivelarono non basate su fatti veri. Nei diversi interventi contro la dedica di Franca Rame ci si dimentica che nel marzo 1973 l’attrice fu costretta a salire su un furgoncino da cinque uomini appartenenti all’area dell’estrema destra, dai quali fu poi stuprata a turno e malmenata. Ci si dimentica che per anni ci furono depistaggi su questa indagine e che solo dopo diversi anni vennero identificati gli autori e l’esponente dell’estrema destra milanese Biagio Pitarresi, confermando quando detto nel 1988 dal neofascista e criminale comune Angelo Izzo, ha dichiarato in quell’anno che lo stupro fu “ispirato” da alcuni ufficiali della Divisione Pastrengo dei Carabinieri. “Come riporta Il generale dei Carabinieri Nicolò Bozzo, riguardo a questa vicenda, affermò che “un crimine del genere non nasce a livello locale”, suggerendo dunque che dietro l’avvenimento ci fosse “una volontà molto superiore” rispetto a quella dell’allora comandante della Pastrengo, Giovanni Battista Palumbo (iscritto alla P2). Bozzo ha inoltre confermato che la notizia dello stupro fu accolta con “manifestazioni di contentezza”. Durante l’inchiesta sulla strage di Bologna venne trovato un appunto dell’ex dirigente dei Servizi Gianadelio Maletti, che raccontava di un violento litigio tra due generali: Giovanni Battista Palumbo e Vito Miceli (futuro capo del Servizio Informazioni Difesa e coinvolto nell’eversione nera, poi deputato del Movimento Sociale Italiano). Palumbo stesso, si leggeva nella nota di Maletti, durante la lite aveva rimproverato al secondo “l’azione contro Franca Rame”.” Chissà coma mai il responsabile della comunicazione e body guard ed ex carabiniere Otello Ruggeri nei suoi articoli non ne parla ! Comunque tralasciando questi misteri della storia tutta italiana il vero scandalo ancora una volta lo fanno esponenti di Forza Italia in consiglio di Zona perdendo un’altra occasione per riportare pace e serenità su un periodo che ha diviso il paese nel sangue e nella tragedia grazie all’opera di depistaggi e interessi di trame statali e internazionali. Non di secondo piano se si guarda la storia artistica e professionale di Franca Rame, oltre che una bellissima donna, rappresenta per Milano una ricchezza unica e importantissima. E’ chiaro che se si legge poco e soprattutto se si pensa poco è difficile arrivare a queste considerazioni, però la speranza è sempre l’ultima a morire. Bisogna poi aggiungere che stando dalla parte opposta al suo pensiero politico tutto il suo lavoro professionale e artistico viene messo in secondo piano ma se si vuole che il centro destra oltre a raccogliere preferenze diventi anche un punto di riferimento per certi valori, tradizioni e abbia la capacità di dare una visione delle cose nuove e alternative non sta seguendo la strada giusta e soprattutto non ha ancora un metodo di lavoro fatto di riflessione ma imperniato di ideologia.
Nel 2008 Franca Rame lasciò il seggio del Senato e dichiarò “che le «istituzioni mi sono sembrate impermeabili e refrattarie a ogni sguardo, proposta e sollecitazione esterna, cioè non proveniente da chi è espressione organica di un partito o di un gruppo di interesse organizzato». Bisogna fare nostra questa frase anche per chi oggi milita nel centro destra soprattutto a livello locale dove impera la cultura dei Simpsons e dell’improvvisazione.
Max Buonocore