di Daniela Buonocore
Un nuovo caso di femminicidio da qualche ora sta sconvolgendo il paese di Treviglio (BG), dove ieri notte il quarantanovenne Carlo Fumagalli, alla guida della sua auto è finito nelle acque del fiume Adda con il fine ultimo di annegare la moglie. Fumagalli, dopo essersi messo in auto con la sua consorte, ha condotto il veicolo lungo il percorso premeditato lasciandolo poi improvvisamente per dirigersi spedito verso le acque del fiume Adda. Durante l’interrogatorio durato tutta la notte, Fumagalli ha dichiarato apertamente ai carabinieri che si è lanciato volontariamente nel fiume con il veicolo per poi uscirne subito dopo l’ingresso in acqua raggiungendo a nuoto la riva e mettendosi così in salvo. La moglie, Romina Vento, di 44 anni, non ce l’ha fatta e il suo corpo è stato recuperato dai sommozzatori di Treviglio a circa 300 metri dall’auto a bordo della quale viaggiava con il marito. L’uomo prelevato l’indomani dai carabinieri, mentre vagava nei pressi della ditta tessile per la quale lavorava, è stato poi arrestato con l’accusa di omicidio volontario aggravato. A spingere l’uomo ad un gesto tanto folle ci sarebbe come presupposto, la classica crisi coniugale che la scorsa notte sarebbe poi sfociata nel presunto omicidio di Romina Vento. La donna, infatti, da tempo voleva lasciare il marito e pertanto resta da accertare se il gesto di Fumagalli sia stato precedentemente pianificato o se sia scattato improvvisamente per qualche ragione ancora da identificare. Sono molte le cose da chiarire: dapprima bisogna capire perché l’uomo al momento del suo ritorno a riva continuasse ad urlare la frase: “mio figlio, mio figlio!”, tanto da far temere a tutti che insieme alla coppia in auto, si trovasse anche il figlio piccolo di 10 anni, che invece era a casa insieme alla sorella di 15 anni. I figli avrebbero poi appreso la notizia attraverso una foto sui social che immortala l’auto nel fiume. Inoltre Fumagalli, abile nuotatore, è stato avvistato più volte insieme ai figli proprio in quel tratto di fiume che raggiunge appena 1 m di altezza e quindi perché portare l’auto lí e non in un tratto piu profondo? Inoltre non è ancora chiaro se la moglie Romina sapesse nuotare o meno, anche se, stando ai primi rilievi, la morte della donna sarebbe sopraggiunta proprio per annegamento. La procura di Bergamo ha disposto ugualmente l’autopsia per chiarire i dettagli del decesso. È certo che la vittima non sia morta per l’impatto dell’auto nel fiume poiché molti testimoni l’avrebbero sentita gridare dall’interno dell’auto. Ogni pista per trovare il movente è aperta, ma quello che preoccupa è quante altre donne dovranno essere uccise solo per il desiderio di liberta e di autonomia prima che lo Stato intervenga con misure mirate contro chi le maltratta e le uccide.