Decisiva riunione, nel pomeriggio di ieri, della Direzione del Pd, sulla bozza di riforma del Senato e del Titolo quinto della Costituzione, ma il vero nodo è il Jobs act, il piano sul lavoro, che vede il partito spaccato. Fassina: “Strada sbagliata, il contratto a tempo determinato deve restare una eccezione”. Il ministro Boschi esclude per ora il rafforzamento dei poteri del premier, che intanto lancia Guerini-Serracchiani per la segreteria.
L’ex viceministro dell’Economia del governo Letta e attualmente membro della minoranza del Pd non le manda a dire al premier: “Così com’è il decreto lavoro non può passare perché spalanca le porte ad una maggiore precarietà”, racconta in una intervista a Repubblica. “Ne parleremo col ministro Poletti cercando di gestire insieme le modifiche, ma se il sistema non dovesse funzionare la decisione passerà al Parlamento” avverte Fassina. Come dire: questo non passa, il premier rischia la testa. D’altronde era stato lo stesso capgruppo alla Camera del Pd a spiegarlo a chiare lettere al ministro del Lavoro: “I numeri non ci sono”. Il premier teme che questo sia l’Ok Corral del suo scontro con Susanna Camusso e la Cgil. L’ex ministro Damiano (vicino a Camusso) avvisa tutti: “Poletti non può dire che il provvedimento non può essere stravolto, è inaccettabile”.
La nuova Segreteria del Pd prenderà corpo alla Direzione del Pd, chiamata anche a dare il via libera alla bozza con la riforma del Senato e del Titolo V. Matteo Renzi lancerà infatti il duo Lorenzo Guerini e Debora Serracchiani, rispettivamente come coordinatore e speaker della nuova segreteria. Si tratta di capire fin dove vuole cedere Renzi di fronte alle richieste di posti di responsabilita’ pesanti: “noi siamo disponibili – osserva il giovane turco Francesco Verducci – ma non ci puo’ essere un pacchetto di mischia e noi a fare solo l’intendenza”. Non a caso e’ pure circolato il nome di Matteo Orfini, come possibile designato per la vicesegreteria, scenario che, allo stato, sembrerebbe comunque lontano dalla realta’. Piu’ distanti i bersaniani. L’ex segretario, parlando ai suoi, ha detto di non voler fare l’Aventino ed ha prospettato l’idea di entrare in segreteria ma in vista di una Conferenza organizzativa sul partito da tenere dopo le europee, in cui parlare anche dello statuto. Ipotesi anche questa che non piace ai renziani. Renzi dovrebbe annunciare il ticket Guerini-Serracchiani, incaricato di proporre la prossima settimana la nuova segreteria.
Ma il passaggio piu’ significativo dovra’ essere il via libera alla bozza del governo sulla riforma del Senato e del Titolo V, nella quale – ha annunciato il ministro Maria Elena Boschi – non ci sara’ ancora la norma sul rafforzamento del potere del premier (la fiducia verrebbe data dalla Camera non al Governo ma a premier che potrebbe cosi’ revocare i ministri). Questa norma potrebbe pero’ essere presentata come emendamento quando il testo sara’ depositato in Senato, divenendo un mezzo per rafforzare l’asse con una Forza Italia sempre piu’ in fibrillazione: i maggiori poteri per il premier sono infatti un vecchio cavallo di battaglia di Berlusconi. Boschi ha chiarito che il testo che il governo portera’ in Senato sara’ condiviso da tutta la maggioranza, venendo cosi’ incontro al monito di Ncd che ha chiesto prima un accordo tra le forze che sostengono il governo e solo dopo “eventualmente, e auspicabilmente, estenderlo a forze di opposizione”. Il contrario di quanto avvenuto sull’Italicum, quando il partito di Angelino Alfano ha dovuto ingoiare un patto Renzi-Berlusconi gia’ siglato. Ma l’insistenza emersa tra i senatori del Pd, specie della minoranza, di aumentare i poteri del futuro Senato potrebbe rendere piu’ tortuoso il cammino del testo del governo allungandone i tempi.
La Critica