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martedì, 17 Dicembre, 2024

Facebook babies: la procreazione diventa virale

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di Daniela Buonocore

Diventare genitori è diventata quasi una missione di vita, un desiderio inarrestabile, quasi come un’affermazione obbligata della propria discendenza. Fatto sta che purtroppo, in alcuni casi, la procreazione non avviene naturalmente, ecco perché molte coppie che non sono propense all’adozione  ricorrono alla cosiddetta fecondazione assistita. In Italia la fecondazione assistita è stata legalizzata il 19 Febbraio 2004, con la legge n 40. Grazie a questa legge oggi molte coppie possono rivolgersi a centri e cliniche autorizzate che offrono trattamenti di procreazione assistita, programmando così insieme, la nascita del loro figlio, attraverso quella che viene definita “fecondazione eterologa” ovvero una fecondazione basata sulla donazione esterna di gameti. In alcuni casi però, alcune donne, nonostante la loro possibilità di procreazione in modo naturale, decidono di ricorrere a metodi alternativi per la procreazione del loro nascituro, così come alcuni uomini decidono di donare liberamente il proprio sperma, senza attenersi a quelle che sono le norme e le tutele previste dalla legge. Questo è ciò che molto spesso succede sui social network, su siti e sui forum, in cui uomini e donne si contattano e s’incontrano di persona, con il fine ultimo di generare un nascituro in comune. Tra questi, molti uomini, attraverso annunci online, offrono sesso in cambio del loro sperma mentre altri lo donano senza alcuna richiesta d’intimità. Ecco perché donatori e riceventi, attraverso accordi ed incontri online, si riuniscono in luoghi appartate dove consumare o semplicemente donare in provetta quello che potrebbe essere il loro futuro “Facebook babies”. Facebook infatti, è pieno di pagine e di gruppi che raccolgono annunci come questi, con particolare attenzione a richieste di porte aperte o chiuse, aree geografiche specifiche e particolarità su segni e tratti del viso e del corpo del futuro donatore. Inoltre esistono siti appositi come “go-genitori” che dal 2008, in più lingue, dà la possibilità di condividere un progetto di “co-genitorialità” offrendo anche la disponibilità di alcuni uomini che vogliono donare lo sperma gratuitamente. Gli aspiranti donatori hanno età comprese tra i 20 e i 50 anni, alcuni si propongono di donare in modo naturale, altri in modo artificiale, in quel caso la donna, riceverà una provetta contenente il liquido eiaculato poco prima, per poi iniettarlo in maniera autonoma all’interno del suo corpo.  tempo, subiscono l’oppressione psicologica da parte di donatori, che insistono nell’affermare che la donazione naturale è sicura.
La donazione online comporta, in realtà, rischi sia per chi dona che per chi riceve. Il primo problema è quello legato al fattore sanitario, all’interno delle cliniche autorizzate infatti il liquido seminale viene sottoposto ad una serie di esami e screening prima dell’inseminazione; inoltre, non avendo la possibilità di conoscere il donatore, non si può affermare se quest’ultimo possa avere problemi di epatite, HIV o mutazioni genetiche trasmissibile. Ci sono anche i rischi legali, proprio perché, non essendoci nessun rapporto giuridico, il donatore non può rivendicare legami di parentela con il futuro nascituro.
Quando le coppie sono formate da due donne che decidono di avere un figlio in questo modo, è ancora più complicato ottenere il riconoscimento del legame di parentela con la madre non biologica, per non parlare poi dell’incolumità delle donne che hanno subito casi di violenza sessuali da chi diceva di volerle aiutare ad ottenere un figlio.
Tutto questo purtroppo è legato soprattutto al fatto che in Italia sia ancora vietata la possibilità della fecondazione assistita, per le donne singole o per le coppie omosessuali ma anche dalla disinformazione sulla possibilità di donare i gameti legalmente, attraverso fecondazione eterologa, tanto che dal 2014 ad oggi, su scala nazionale, l’unica campagna informativa per sensibilizzare riguardo la possibilità della donazione di gameti, è stata realizzata dall’associazione Luca Coscioni e da campagne locali come quella della Regione Emilia-Romagna. In realtà per donare il seme basta recarsi in qualsiasi centro di PMA, ovvero i centri considerati “banche di tessuti”, dove il donatore può rilasciare il suo liquido seminale che verrà controllato con tutte le procedure del caso. Ultimo punto, non meno importante, è che l’Italia è rimasta l’unico paese dove non vi è alcun rimborso spese per i donatori che invece vengono sovvenzionati in tutti gli altri Paesi Europei. In parole povere l’Italia è stata considerata antiquata e bigotta, poiché non ha mai dato grande importanza alla pubblicizzazione o all’incoraggiamento  alla fecondazione eterologa, che è diventata legale soltanto dopo molte battagli.
Se il governo non farà qualcosa in merito, tra una ventina d’anni avremo più persone senza appartenenza legale che persone registrate legalmente all’anagrafe, sarà il detto napoletano: “ A MAMM È SICUR O PAT NO” ( la mamma è sicura il padre no) a diventare virale.

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