Lewis Hamilton (Mercedes) firma in Australia la prima pole della nuova era “V6-Turbo” della Formula 1, girando in 1:44.231 sul bagnato. Grande lotta sul filo del rasoio con la Red Bull di Ricciardo, 2° a +0.317. Beffato invece Rosberg (Mercedes) 3° davanti alla McLaren di Magnussen e alla Ferrari di Alonso, 5°. Fuori dal Q3 invece tre big: Button (McLaren) 11° davanti a Raikkonen (Ferrari, finito contro il muro) e Vettel (Red Bull), 13°.
C’è un suono diverso all’Albert Park. E’ il suono del futuro che scende in pista con la nuovaFormula 1 motorizzata V6 Turbo, che in staccata sibila per effetto del recupero energetico. Un’era dove l’aerodinamica è rivoluzionaria, le prestazioni restano al top e le auto sono più difficili da guidare. Più impegnative da tenere in strada e da mettere a punto per la corsa. Una storia in evoluzione, una svolta epocale, che inizia ridefinendo e mischiando i valori nei box, prima di tutto. Esaltando ulteriormente il valore, il talento e la sensibilità, di ogni pilota. Un gioco per campioni, che parte dalla qualifica di Melbourne, subito condizionata dallavariabile meteo. Vento forte e la minaccia della pioggia intermittente, che obbligano i muretti box a non fare strategie attendiste.
Quindi tutti immediatamente in pista nel Q1, con le due Mercedes in prima fila davanti al semaforo pronti a scattare al verde. Hamilton e Rosberg primi ad uscire dalla pit-lane, determinati a sfruttare il vantaggio prestazionale della monoposto tedesca, già visto nei test invernali e confermato nelle libere del GP d’Australia. Subito in lotta con McLaren, Williams e Ferrari, ma anche con Red Bull, apparentemente risorta dopo le opache prestazioni e i problemi di affidabilità visti appunto nei test. Ed è proprio Ricciardo che si prende la testa della Q1 (1:30.775), chiusa in anticipo da uno scroscio di pioggia. Mentre il campione del mondo, Vettel, si accontenta dell’ottavo tempo, dopo aver “baciato” il muretto in uscita di curva. Segno che gestire il turbo, il peso e i trasferimenti di carico, di queste vetture non è facile per nessuno! E’ invece profonda la crisi delle Lotus, ultime, subito fuori pista e fuori dai giochi, con gli sconfortati Grosjean e Maldonado. Out ancheChilton, Bianchi, Gutierrez ed Ericson.
Il Q2 si apre senza pioggia, ma su asfalto ormai bagnato. Cosa che obbliga tutti a giocare di controsterzo pesante per restare in strada. Situazione che tradisce Bottas che finisce intesta-coda con la sua Williams. Mentre si delinea una sfida al vertice tra le Mercedes e un inedito Ricciardo molto efficace. Resta invece in difficoltà nelle retrovie Vettel. Trova però il passo Bottas, che si porta addirittura al comando, ma con lo spettro di 5 posizioni di penalità in griglia per aver sostituito il cambio. Al limite del tempo emerge anche Alonsocon la Ferrari, mentre prova ad entrare in zona salvezza Raikkonen, che però va clamorosamente contro il muro negli ultimi secondi. Ma il secondo colpo di scena è dietro l’angolo: è infatti Vettel che non trova il ritmo e viene escluso dal Q3, chiudendo 13°! Al tedesco non succedeva dal 2012, in Belgio. Game over anche per Button, che completa un illustre tris fuori dai giochi che contano, nella prima pole dell’anno. Out insieme a Sutil, Kobayashi e Perez.
E’ ancora Rosberg ad uscire per primo al via del Q3, marcato stretto da Ricciardo e Hamilton, tutti con gomme full wet. Rischia invece la gomma intermedia Alonso, che poi si ricrede e monta quella da bagnato pesante per l’ultimo tentativo. Mentre regala spettacolo Massa, impegnato a tenere in strada la sua Williams, al pelo, tra i muretti del cittadino australiano. Va invece contro il muro Kvyat con la Toro Rosso, mentre Hamilton e Rosberg si litigano gli ultimi tentativi per la pole. Bandiera a scacchi, ma c’è un ultimo tentativo per Fernando e per Ricciardo, che fa esplodere le tribune con una pole provvisoria sulla pista di casa, emergendo da una nube d’acqua. Beffato all’ultimo, per 3 decimi, daHamilton. La sensibilità e il piede pesante di Lewis lo celebrano quindi primo pole-mandell’era Turbo.
Relegando così il compagno Rosberg in terza posizione, per soli 47 millesimi. Occhio anche a Magnussen che porta la McLaren in quarta piazza, confermando che la “fame” di velocità in F1 può ancora fare la differenza. Si accontenta invece Alonso, che alla fine parcheggia la sua Ferrari in quinta posizione, risultato stranamente identico a quello del 2013. Alle spalle della Rossa completano la griglia Vergne (Toro Rosso), Hulkenberg (Force India), Kvyat(Toro Rosso) e le due Williams di Massa e Bottas, che chiudono la top ten.
Al termine della qualifica, Alonso, Vettel e Magnussen sono stati chiamati in direzione gara, che ha voluto investigare su alcune manovre sospette durante la sessione. Il ferrarista avrebbe ostacolato Gutierrez alla prima curva nel Q1, mentre Magnussen non avrebbe rallentato durante le bandiere gialle esposte per l’incidente di Raikkonen. Stessa indicazione per Vettel. Alla fine dell’indagine, però, i commissari hanno deciso di non sanzionare nessuno.
La Critica