Negli appalti legati ad Expo e’ stata riscontrata “non soltanto corruzione, ma anche segni della presenza mafiosa”. E’ l’allarme lanciato dal Comitato antimafia presieduto da Nando dalla Chiesa che questa mattina ha presentato prima al sindaco Giuliano Pisapia e poi alla stampa la sua quinta relazione, “con una certa urgenza”, ha sottolineato lo stesso Dalla Chiesa.
Il fenomeno, e’ stato poi spiegato durante l’incontro “si manifesta in tanti modi”, come la presenza di “molti padroncini” calabresi le cui ditte provengono da località note per la ‘ndrangheta oppure da località lombarde altrettanto legate alla criminalità organizzata oppure la presenza di “ditte che non hanno alcun titolo per operare e che lavorano al posto di altri”.
Un caso poi, secondo quanto riferito riguarderebbe un “appalto assegnato direttamente da Expo, a un’impresa guidata da un pregiudicato, senza che vi sia stata un’adeguata informativa antimafia”. I fatti citati, ha spiegato Dalla Chiesa senza entrare nei dettagli, “sono stati gia’ segnalati agli organi competenti da parte della polizia locale”. “Vedendone l’insieme – ha aggiunto – ci siamo convinti che ci fosse un quadro generale da portare all’attenzione” anche del sindaco e della città.
Proprio mentre Dalla Chiesa lo metteva in guardia sulle infiltrazioni della criminalità organizzata negli appalti EXPO, il sindaco stava facendo qualche cosa di molto simile convocando i presidenti dei nove consigli di zona a una riunione che si terrà ad probabilmente per ottobre in cui si parlerà di come evitare possano essere interessate dallo stesso problema.
Quello che è necessario fare è fissare nuove regole per le assegnazioni evitando che tutti gli eventi si concentrino nelle mani delle stesse associazioni e soprattutto impedire le infiltrazioni della ‘ndrangheta. Attualmente le otto feste consentite per ogni circoscrizione sono assegnate in autonomia dai consigli di zona sulla base delle richieste pervenute dalle associazioni di commercianti o da altre associazioni, unica limitazione è: evitare che si sovrappongano con le festività istituzionali.
Un metodo che evidentemente ha dei limiti visto l’allarme lanciato da David Gentili – presidente della commissione antimafia di Palazzo Marino – in riferimento alle feste di via del 2013, quando 44 eventi su 46 furono “monopolizzati da due sole famiglie e soprattutto, in un caso, la polizia locale riconobbe un membro dei Papalia di Buccinasco intento in una attività secondaria.
Quest’anno almeno in alcune zone le cose sono andate meglio. In zona 8, ad esempio, alle due famiglie “quasi monopolistiche” sono andate solo quattro feste sulle otto approvate. Bene, ma troppo poco, soprattutto in vista di quanto accade in altre circoscrizioni dove il monopolio è rimasto intatto. Ben vengano quindi tutti i provvedimenti, anche i più severi, che permettano di allontanare questo fenomeno dalle strade della città.
La Critica