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sabato, 16 Novembre, 2024

EVOCARE LE URNE FAVORISCE CONTE. L’importanza di Giorgia Meloni in questi giorni cruciali

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di Gabriele Rizza

Prosegue la missione del governo di racimolare quanti più senatori possibili per porre fine alla crisi di governo e alle velleità “rivoluzionarie” di Matteo Renzi. L’emissario questa volta è quel Bruno Tabacci, centrista e liberale, che per le elezioni del 2018 sacrificò le firme raccolte per presentare la sua lista per girarle ad Emma Bonino con la sua +Europa. Il compenso per Tabacci, per i servigi offerti alla più liberal e liberista di casa nostra, fu un posto assicurato a palazzo Madama. La missione non è facile: bisogna addentrarsi tra renziani pronti a tradire, espulsi dal M5S e sondare il terreno nel gruppo parlamentare più debole del centrodestra, quello di Forza Italia. Nell’ultimo caso i risultati si sono visti: Andrea Causin, Maria Rosaria Rossi e Renata Polverini, eletti con FI, martedì hanno votato la fiducia al governo, venendo poi espulsi dal gruppo per volontà di Berlusconi e Tajani.

La fuoriuscita dei tre senatori azzurri ha messo in allarme il Cavaliere (ma in questo caso dove finisce il tradimento e quando inizia la strategia?), portandolo a leggere un dato di fatto: l’evocazione delle urne di Salvini e Meloni come alternativa a Conte rafforza in realtà Conte stesso, indebolendo le posizioni sia di chi dal centro verso la sinistra del Parlamento vuole creare un’alternativa e sia dei gruppi parlamentari di centrodestra dove la serpeggiante paura della fine della legislatura potrebbe spingere pochi ma decisivi elementi ad appoggiare Conte per paura di un salto nel vuoto. Non è casuale l’opinione di molti, che vede in Giorgia Meloni la più grande assicurazione sulla vita per Conte: mentre le posizioni della Lega sono in realtà più possibiliste riguardo alla possibilità di dar vita ad un governo istituzionale forte, magari guidato da Mario Draghi, come desiderato dal numero due della Lega, Giorgetti, l’ostinazione della Meloni a qualsiasi “inciucio” dona tranquillità a Conte. Perché senza FDI il resto del centrodestra, Lega soprattutto, avrebbe difficoltà a presentarsi non compatto e coeso, specie in vista del consenso elettorale.

Si sottovaluta l’importanza di FDI sul tavolo da gioco, non tanto per i numeri in Parlamento, ma per il valore politico. La coerenza della Meloni piace eccome agli italiani, come testimoniano i sondaggi di settimana in settimana, ma al tempo stesso immobilizza possibili scenari realmente alternativi a Conte e alla maggioranza giallorossa. Alle elezioni non si può andare, almeno in questo 2021. Tabacci può esplorare ancora.

 

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