di Gabriele Rizza
È un lungo elenco di contraddizioni e lacerazioni la parabola politica del Movimento Cinque Stelle al governo. Dall’alleanza mai con Salvini a con Salvini, da mai con il PD a con il PD, da mai con Renzi a con Renzi e poi di nuovo tentare con Renzi, da mai con i trasformisti da Prima Repubblica a con i costruttori europeisti per andare oltre Renzi salvando Conte, rinnegando anche di nome il vecchio passato sovranista di quando uscire dall’euro non era una bestemmia e l’alleanza con il pro Brexit, Nigel Farage, una forma di coerenza politica. Tanto lavoro per il giornalista più famoso nel collezionare il passato contraddittorio di politici e partiti, Marco Travaglio. Però, Travaglio sostiene i 5 stelle a tutto campo: una contraddizione nella contraddizione di questo esperimento politico tutto italiano dall’ambizione democratica digitale di origine nordico – scandinava (in fondo i grillini erano partiti come una sorta il partito pirata italiano), che non fa scandalo perché il giorno dopo c’è sempre chi è più scandaloso, e così la memoria si accorcia e la cronaca non diventa storia.
Però, si potrebbe obiettare, i Cinque Stelle hanno portato a casa i due principali cavalli di battaglia: il reddito di cittadinanza e il taglio dei parlamentari, ma anche nel successo i grillini devono aggiungere al pacchetto l’ennesima contraddizione: a formare il gruppo degli Europeisti sono proprio quei senatori che avevano firmato contro il taglio dei parlamentari. Senatori che godranno degli ultimi due anni della loro ultima legislatura e che hanno ancora tanto da prendere, più che da dare. Di tutto per salvare Giuseppe Conte, scelta legittima, compreso sperare nella figura istituzionale più criticata dai Cinque Stelle quando ancora godeva di verginità politica: il Presidente della Repubblica.
I pentastellati hanno le loro carte strategiche, perché gli iscritti almeno moralmente vanno illusi, e quindi negli ultimi giorni si è alzata la fronda dei deputati al grido di “mai più con Renzi”, mentre sotto traccia si tratta ancora per far rientrare Idv in maggioranza, nel caso gli Europeisti non bastassero. Perché di fondo, i renziani sono ancora fedeli a Renzi e le telefonate di Berlusconi ai forzisti sono ancora convincenti. Certo, a tradire gli italiani sono campioni, ancor di più a tradire con il “permesso” dei leader per non sporcare l’immagine dei leader. Le sorprese sono dietro l’angolo, insieme alla prossima contraddizione esistenziale del Movimento Cinque Stelle.