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martedì, 19 Novembre, 2024

EUROPA: LA NUOVA CASERMA DEI RISERVISTI DELLA JIHAD. Migliaia di dormienti nascosti nel vecchio continente

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E’ ormai un dato di fatto che, l’Europa, grazie alle sue politiche buoniste, ha accolto in tutti questi anni, grazie alle sue politiche di apertura all’immigrazione selvaggia e senza controllo, migliaia di immigrati clandestini legati a movimenti terroristici di matrice islamica in terra d’Africa o medio-orientale. 

Dai rapporti dei vari istituti di intelligence dei vari paesi europei si evince ormai che nelle varie guerre che si sono combattute in Africa ed in Medio  Oriente, molti dei terroristi uccisi durante gli scontri avevano la loro residenza in paesi europei  talvolta da parecchi anni.

Per molti stati che compongono l’Unione Europea l’opposizione al regime di Assad, in Siria, non riveste più un’importanza primaria ed il fronte europeo nella questione siriana non è più compatto come prima. Riveste semmai un’importanza primaria la preoccupazione dal fatto che migliaia dei cosìdetti ribelli che contrastano il regime siriano siano cittadini stranieri, non siariani, molti dei quali legati ad Al-Qaeda e provenienti dall’Europa.

I servizi segreti di Francia, Gran Bretagna, Germania e Spagna  hanno inviato degli agenti a Damasco, per riallacciare i contatti con il capo della Sicurezza di Assad, il generale Ali Mameluk, che è alla testa dell’apparato repressivo del regime e ottenere dal questi informazioni sui loro cittadini che combattono a fianco dei ribelli.

Facendo una somma approssimativa, visti i numeri denunciati nei rapporti di intelligence, i cittadini europei che in questo momento combattono in organizzazioni terroristiche come Al-Nusra in Siria e Stato Islamico e Levante in Iraq sono tra i 1.500 e le 2.000 unità e comunque destinati a crescere. 

La Direction Generale de la Securitè Exterieure, i servizi segreti francesi, hanno la certezza che in Siria combattono a fianco dei terroristi circa 250 francesi (20 già uccisi durante gli scontri), 150 sono pronti a partire ed un centinaio in attesa di entrare in Siria attraverso la Turchia.

Anche il Belgio fa i conti con il fenomeno di reclutamento jihadista in patria, il rapporto del Service Generale du Renseignement et de la Securitè parla di 200 unità belga in combattimento in Siria e 21caduti negli ultimi mesi.

Il paese con maggior numero di “esportazione” di jihadisti in Europa è la Gran Bretagna: il servizio segreto di Sua Maestà, il famoso MI6, nel suoi rapporti parla un numero tra 200 e 1200 unità combattenti in Siria.

Il CESID, i servizi spagnoli, non rivelano invece i loro numeri.

In tutti i casi, comunque, si tratta di cittadini immigrati dai paesi del Nord Africa e residenti da anni in Europa, alcuni dei quali di seconda generazione e naturalizzati, come nel caso dei vari adolescenti francesi che hanno abbandonato le proprie case, talvolta all’insaputa dei genitori, e risultano tuttora scomparsi. In Francia, ne abbiamo comunque già parlato, sono molto attive vere e proprie moschee o centri culturali islamici che sono in realtà centri di reclutamento per le Jihad mondiale.

Non molto tempo fa, infatti,  i servizi segreti francesi, hanno individuato due grossi centri di smistamento di aspiranti jihadisti in Europa: a Nizza ea Vienna per essere esatti, dove sono convogliati combattenti ceceni, che poi partono per la Turchia, da dove passano in Siria. 

Anche in Italia è segnalato un aumento del proselitismo salafita. In Belgio invece, nella regione di Bruxelles, è stato individuato, presso un ristorante di proprietà di un belga convertito all’Islam, una cellula di reclutamento. Il Belgio, ormai, è il punto di riferimento per gli aspiranti jihadisti provenienti dall’Olanda e da tutto il nord Europa e forse è proprio dal Belgio che è passato il 60enne terrorista suicida somalo ma di nazionalità norvegese,  che martedì scorso si è fatto esplodere in un hotel affollato di ufficiali dell’esercito a Buulo Burde (Somalia). 

L’anziano terrorista combatteva in Somali a fianco del gruppo terroristico islamico Shebab. Subito dopo l’attentato, che è costato la vita di numerosi ufficiali somali ed etiopi, il portavoce militare  di Shebab, Sheikh Abdul Aziz Abu Musab, ha elogiato l’atto di Abdullahi Ahmed Abdulle , norvegese di origini somale, aggiungendo che era venuto dalla Norvegia per combattere i nemici di Allah.

Gian Giacomo William Faillace

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