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giovedì, 28 Novembre, 2024

ELIMINATI I DL SICUREZZA DI SALVINI. Il Pd canta vittoria, ma i pericoli sono dietro l’angolo.

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di Gabriele Rizza

Alla fine il Movimento cinque stelle ha ceduto al compagno di maggioranza, il PD, e ha dato il via libera al tratto di penna che cancella il dl sicurezza voluto da Matteo Salvini nel 2018, quando era titolare del Viminale.

Più che di veri e propri cambiamenti, si tratta di un ritorno alla status antecedente alla breve esperienza gialloverde. In pratica, le tanto difese o criticate ONG avranno mani più libere nelle operazioni di soccorso nel Mediterraneo, per via delle multe passate da un milione di euro ad un massimo di cinquantamila e soprattutto facilmente evitabili perché basterà la notifica dell’azione di salvataggio. Molto discusso è il ripristino di fatto della protezione umanitaria, che pur continuando a chiamarsi “protezione speciale”, prevede adesso una casistica più ampia e agevole per ottenere il permesso; ad esempio non si potrà respingere la domanda se il migrante rischia “la tortura o trattamenti inumani e degradanti”, e qui andrà vista la discrezionalità e l’interpretazione di chi decide perché, purtroppo, i giudici italiani non vengono forniti di costanti aggiornamenti geopolitici e internazionali per valutare ogni singolo caso. Nelle nuove norme è prevista poi la possibilità per un minore non accompagnato di essere raggiunto da un genitore, dando la responsabilità ai Tribunali di dover accertare quando la richiesta è in buona o cattiva fede, evitando di legalizzare una prassi nociva per i minori: essere mandati dai genitori allo sbaraglio e in pericolo lungo il Mediterraneo, solo per far ottenere agevolmente il permesso all’adulto.

Il governo grida alla vittoria, come il segretario del PD, Nicola Zingaretti, che parla di un’Italia “più umana e sicura”, mentre Salvini, che ha già subito la cancellazione di Quota 100, annuncia una raccolta firme per fermare il nuovo decreto sicurezza. In fondo, nessuno ha vinto e nessuno ha perso: quando si parla di immigrazione, un decreto, una posizione o un risultato momentaneo, è sempre una vittoria di Pirro. La vera risoluzione per il dossier immigrazione passa da un accordo europeo che veda tutti fare un passo avanti, tutti uno e nessuno più di uno. La strada è lunga e difficile, certo più spirito di legalità e meno ideologia da parte da tutti gli attori italiani in gioco aiuterebbe a far avere una posizione più forte a Bruxelles.

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