Sabato’s Crystal Ball, l’autorevole newsletter pubblicata dal Center for Politics dell’Università della Virginia, ha pubblicato giovedì 29 giugno i primi rating delle elezioni presidenziali statunitensi del 2024.
La newsletter è curata da tre rispettati politologi: Larry J. Sabato, che dà anche il nome al progetto, Kyle Kondik e J. Miles Coleman. È stata pubblicata per la prima volta nel 2002, per le elezioni di midterm del novembre di quell’anno, quando nello Studio Ovale sedeva l’allora presidente repubblicano George W. Bush. Nel corso di questi venti anni, Sabato’s Crystal Ball ha correttamente predetto l’esito di quattro delle ultime cinque elezioni presidenziali, oltre alla grandissima parte delle sfide elettorali per i seggi del Congresso statunitense. Nel 2006 è stata nominata dai network MSNBC e CNBC come la più accurata fonte per le previsioni elettorali.
Le previsioni di Sabato’s Crystal Ball sono basate su una serie di fattori che possono comprendere la storia elettorale, i sondaggi, la qualità dei candidati, oltre a modelli matematici e statistici che si sono rivelati finora particolarmente accurati. I primi rating per le elezioni presidenziali del 2024 non prendono in considerazione i sondaggi, ma si limitano a tracciare un campo su cui i due candidati per la corsa alla Casa Bianca si sfideranno. Non viene individuato, dunque, un probabile vincitore tra quelli che, molto probabilmente, saranno i due candidati del Partito Democratico e del Partito Repubblicano: l’attuale presidente Joe Biden e l’ex presidente Donald Trump.
Donald Trump e Joe Biden durante il primo e unico dibattito televisivo per le elezioni presidenziali del 2020 (Elvert Barnes Photography)
Il primo importante assunto del Center for Politics parte proprio dai due candidati. Secondo Sabato’s Crystal Ball saranno Joe Biden, che certamente vincerà le primarie interne al suo partito
nonostante la debolezza della sua candidatura ampiamente percepita dagli elettori democratici, e Donald Trump, che nonostante i guai giudiziari è ancora estremamente popolare tra gli elettori del Partito Repubblicano e che, processi permettendo, è considerato il grandissimo favorito per la nomination del GOP. Il secondo assunto riguarda, invece, la composizione del campo elettorale. È probabile che i candidati dei due principali partiti statunitensi non saranno gli unici a comparire sulle schede elettorali degli elettori e in una società fortemente polarizzata, come quella statunitense, un terzo candidato in grado di raccogliere anche solamente pochi punti percentuali di consenso può essere decisivo per l’esito delle elezioni. Per i primi rating, e in assenza di notizie confermate, Sabato’s Crystal Ball si limita ad analizzare la mappa del collegio elettorale nel caso di una corsa a due.
Secondo le previsioni di Sabato’s Crystal Ball, i Democratici partirebbero da 260 grandi elettori contro i 235 dei Repubblicani. Nelle elezioni presidenziali statunitensi, perché uno dei due candidati vinca è necessario che raccolga almeno 270 grandi elettori sui 538 totali e per ogni Stato vige un sistema elettorale del tipo winner takes all, nel quale per vincere basta raccogliere anche un solo voto in più del proprio avversario. Gli unici stati classificati da Sabato’s Crystal Ball come “Toss-up” (letteralmente “testa o croce”, quindi con uguali probabilità di vittoria per i due candidati) sono l’Arizona, che assegna 11 grandi elettori, la Georgia, che ne assegna 16, il Nevada, che ne assegna 6, e il Wisconsin, con i suoi 10. Ognuno di questi quattro stati è stato vinto da Joe Biden nelle elezioni presidenziali del 2020 con un margine inferiore al punto percentuale. Se le previsioni iniziali della newsletter del Center for Politics dell’Università della Virginia dovessero rivelarsi corrette, per il Partito Democratico basterebbe vincere anche un solo stato tra l’Arizona, la Georgia e il Wisconsin per assicurarsi la vittoria, mentre il Partito Repubblicano potrebbe permettersi di perdere solo il Nevada.
Gli elettori del Nevada hanno votato in maggioranza per un candidato democratico in ognuna delle ultime quattro elezioni presidenziali, ma con margini sempre più sottili, tanto che alle presidenziali del 2020 lo stato è stato assegnato a Joe Biden il 7 novembre, quattro giorni dopo il voto del 3 novembre. Per quanto riguarda Arizona e Georgia, invece, il discorso è diverso. Prima delle elezioni del 2020 l’Arizona non aveva votato per un candidato democratico dal 1996, l’anno della rielezione di Bill Clinton, mentre per la Georgia bisogna tornare indietro al 1992, l’anno della prima elezione, ancora di Clinton, contro George H. W. Bush. Sono stati che sono tornati contendibili soprattutto a causa della debolezza di Donald Trump come candidato alla presidenza, ma che potrebbero rieleggere un presidente repubblicano se a vincere la nomination fosse un candidato considerato meno divisivo, come il governatore della Florida, Ron DeSantis. Infine, per il Wisconsin la tendenza sembrerebbe favorire il Partito Democratico, ma nel 2020 Joe Biden ha vinto lo stato con 20.000 voti di vantaggio su Trump ed è, dunque, più che ragionevole ritenerlo completamente in ballo.
Mancano poco meno di 500 giorni alle elezioni presidenziali statunitensi, ma i rating di Sabato’s Crystal Ball permettono di farsi una prima idea su quali saranno le sfide su cui si concentrerà l’attenzione dei giornali e delle campagne elettorali dei candidati. Arizona, Georgia, Nevada e Wisconsin: questi i quattro stati da tenere d’occhio.
di Giuseppe Russo