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giovedì, 28 Novembre, 2024

ELEZIONI EUROPEE. Per cosa andiamo a votare?

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Cento anni fa, tra  66 giorni, l’Europa sarebbe piombata in una immane tragedia e carneficina che avrebbe causato, solo tra i militari ca. 10 milioni di morti e ca. 7 milioni tra i civili, senza contare quelli che scomparvero a causa dell’epidemia, comunemente chiamata “spagnola”, iniziata nel 1917, perché portata in Europa dalle truppe Statunitensi, che ebbe la massima virulenza nel 1918 e 1919. Questa farebbe ammontare il numero totale delle vittime a 65 milioni.

Oggi, tutto sommato, con qualche mal di pancia, ci ritroviamo in una situazione ben diversa ed impensabile cento anni or sono e della quale dobbiamo tutto sommato rallegrarcene: siamo alla vigilia delle elezioni Europee che porteranno, per la prima volta, alla nomina del Presidente della Commissione Europea, che prepara le proposte per nuove normative europee. Gestisce il lavoro quotidiano per l’attuazione delle politiche UE e l’assegnazione dei fondi, in pratica, una sorta di Governo dell’Europa.

In verità, la cosa non sarà così automatica, giacché quello che i ca. 400 milioni di cittadini europei esprimeranno, sarà solo una indicazione di cui il Consiglio Europeo (ossia l’assemblea dei Capi di Stato e di Governo) dovrebbe tener conto, ma senza alcun vincolo. Il Consiglio Europeo sottoporrà poi un candidato al Parlamento Europeo che approverà la nomina o la respingerà.

I due più accreditati possibili presidenti della Commissione Europea, Martin Schulz (Socialisti) e Jean-Claude Juncker (Popolari) hanno già fatto sapere che il Parlamento Europeo non accetterà nessun candidato che non sia nella rosa dei cinque aspiranti alla poltrona di Presidente della Commissione Europea, cioé, oltre ai due già citati, Guy Verhofstadt (Liberali), Alexis Tsipras (sinistra), Ska Keller e José Bové (Verdi).

Dall’altra parte,  il presidente del Consiglio Europeo, il belga Herman Van Rompuy, ha invece ipotizzato che il Presidente potrebbe essere un outsider fuori da quella rosa.
E’ chiaro che una simile scelta sarebbe uno schiaffo al Parlamento Europeo.

Si profila, dunque, all’orizzonte un possibile scontro istituzionale. E’ già stata organizzata, per la sera del 27 Maggio, una cena del Consiglio Europeo che in quell’occasione dovrebbe decidere la candidatura del Presidente della Commissione Europea da sottoporre al nuovo Parlamento comunitario.

Come si può intuire, la strada per una casa comune Europea paragonabile agli Stati Uniti è ancora lunga e contorta, ma un piccolo passo in avanti ci sembra sia stato compiuto con l’indicazione del Presidente della Commissione ed uno enorme, se paragonato a cento anni fa.

Se tra i lettori ci fosse chi desiderasse approfondire e capire di più, pubblichiamo una tabella comparativa che abbiamo trovato, ahimè incompleta, poiché i verdi non sono contemplati, che riassume i principali punti di programma di ciascuna formazione. In più, qui trovate l’indirzzo ad una sezione speciale del sito del Parlamento Europeo per queste elezioni, dove si possono trovare informazioni e link di ogni tipo.

Questo nel tentativo di focalizzare la vostra attenzione su ciò che si andrà a votare, posto che purtroppo, salvo qualche piccola formazione più seria, tutti gli altri partecipanti Italiani alle elezioni hanno parlato d’altro.
Opportunismo o ignoranza?

Fabio Ronchi

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