Nei giorni scorsi è stata fatta su questa testata una carrellata veloce sulle formazioni assimilabili all’area di Centro-Destra, ma riteniamo che sia necessario, per maggior chiarezza per il lettore, approfondire qualche aspetto ed in particolare per quanto riguarda Scelta Europea.
Scelta Europea a livello nazionale discende da Alde (Alleanza dei Liberale e dei Democratici Europea) nella quale vi si trova di tutto ed il contrario di tutto, probabilmente a causa di quell’aggettivo “democratici” che apre le porte a qualsiasi cosa.
Tuttavia, è un “ressemblement” di ispirazione liberale (non popolare come chi aderisce al PPE), che vuole, come si evince dal loro manifesto un Europa che lotti contro le discriminazioni e per la difesa dei diritti civili; una spinta verso un’economia green, in modo da affrontare i cambiamenti climatici; una più efficace azione dell’UE nel mondo, specialmente nel campo della promozione della democrazia; una riforma del bilancio europeo e la contemporanea difesa della “rettitudine fiscale” (ad esempio, difesa del patto di stabilità); una forte e comune regolazione dei mercati finanziari europei, accompagnata da una nuova governance economica a cura della Commissione Europea. Gli slogan “Per un’Europa che lavora” e “Un’Europa che funziona” sono il riassunto in estrema sintesi degli obiettivi di questa formazione.
In Italia, diverse formazioni tra loro distanti si ritrovano sotto il cappello dell’emanazione Nazionale di Alde: Scelta Europea. Una delle ragioni è sicuramente lo scoglio preventivo per la partecipazione alle elezioni, che consiste nella raccolta di 150.000 firme in 5 Regioni, ovviabile nel caso in cui si appartenga ad un gruppo. Questo spiega come, tra gli altri, in Scelta Europea si trovino Il Centro Democratico di Tabacci, Scelta Civica, FARE e il Partito Liberale Italiano.
Nell’articolo pubblicato su questa testata l’altro ieri, si diceva che il “calo dei consensi” per “buona parte della colpa sarà da imputare alla dirigenza forzista, Berlusconi compreso, che, in un momento in cui servivano certezze, hanno fatto solo confusione. Occorreva prendere gli uomini migliori, reggersi forti sui propri principi e procedere barra a dritta avanti tutta. Invece, nel tentativo di imbarcare tutti si è cominciato a procedere a zig-zag, confondendo le acque e facendo venire voglia di abbandonare la nave ai molti che sono stati colti dal mal di mare”. E’ per noi corretto, visto che F.I. – P.d.L. – F.I. non ha mai provato veramente a realizzare la famosa e tanto sbandierata rivoluzione liberale, deludendo così molti elettori che ci avevano creduto. Conseguentemente buona parte dell’elettorato liberale – abbiamo sentito ripetere questa affermazione più volte da molti – non si riconosce più in questo partito ed è cominciata una diaspora che lo ha portato a guardare altre formazioni, tra le quali per esempio FARE o, magari, sono tornati al P.L.I.
Essendo i partiti presenti in Scelta Europea anche distanti come posizioni tra di loro, questi hanno naturalmente dovuto fare un accordo tecnico per poter partecipare alle elezioni, ma crediamo che la faccenda si chiuda qui.
Le motivazioni per cui queste formazioni hanno aderito a Scelta Europea sono di carattere pratico, come evidenziato poc’anzi, ma possiamo riferire che nel caso di FARE vi è anche stata una comunanza di visione con ALDE – Scelta Europea, visto che questo partito è favorevole ad un’Europa Federale, più efficiente, meno costosa, meno burocratica e più vicina alle persone, che ha spinto FARE ad aderire.
Perciò, per coloro che condividessero questa visione di Europa, essendo liberali, il suggerimento che ci sentiamo di dare è di individuare tra i candidati di Scelta Europea, quelli delle formazioni che a questi principii si ispirano. Quindi, perchè non dare un’occhiata al sito di FARE o del Partito Liberale Italiano?
Qualsiasi decisione prendiate, cari lettori, vi preghiamo di ricordarvi che si tratta di elezioni Europee, con cui le nostre beghe nazionali poco hanno a che vedere e che per questa ragione si può sia provare qualche cosa di diverso, sia cercare di scegliere chi si sente più vicino, senza per forza intrupparsi per “ordini di scuderia”.
Molte decisioni importanti vengono prese in Europa e conseguentemente queste elezioni sono decisive perché influenzeranno la nostra Italia per i prossimi cinque anni, non come vogliono farci credere che non contino nulla. Perciò vi esortiamo assolutamente ad andare a votare, qualsiasi scelta sia la vostra, ma vi preghiamo di fare in modo che in Europa ci vadano persone appassionate, competenti, che tengano al bene dell’Italia e non i soliti scarti che vengono “parcheggiati” là perché hanno bisogno di un “contentino” o perché qui darebbero fastidio.
Steve Jobs, fondatore di Apple, lanciò un campagna per risollevare la sua società con lo slogan “Think different!” (pensa diversamente), perché non imitarlo per la nostra Italia, visto che magari ciò che abbiamo votato sinora non ci ha soddisfatto?
Fabio Ronchi