Il 25 maggio, giorno delle elezioni europee si sta avvicinando e in tutti i Paesi membri dell’Unione Europea, stanno progredendo formazioni politiche di chiari sentimenti antieuropeisti, anti euro e che sostengono la lotta a quell’immigrazione selvaggia che le sinistre e l’Europa ci impongono.
A Cipro il governo di centro-destra guidato da Nicos Anastasiades rischia seriamente il tracollo: le dure politiche di austerity imposte dall’U.E., ed attuate dall’esecutivo in carica, hanno incrinato quasi irreparabilmente lo spirito europeista cipriota.A trarne vantaggio saranno i due maggiori partiti d’opposizione. Il primo, il Partito Progressista dei Lavoratori, fondato nel 1926, è un partito di ispirazione comunista ma non è dato tra i vincitori del momento, avendo più volte manifestato un atteggiamento cautamente anti U.E. Al contrario, si osserva con molto interesse, l’aumento di consensi del Fronte Popolare Nazionale. Quest’ultimo è un partito nazionalista, si distingue per atteggiamenti marcatamente anti europeiste ed anti turche. Preoccupanti, sono però, i suoi legami con il partito ellenico di Alba Dorata.
A Malta la situazione non è molto diversa: anche qui, dopo un primo momento di entusiasmo per l’ingresso nell’Unione, le politiche scellerate e votate alla distruzione delle economie europee, ad eccezione di quella tedesca, hanno fatto crescere nello spirito dei cittadini maltesi sentimenti euroscettici, inoltre Malta è alle prese con una reale lotta all’immigrazione clandestina: a Malta non attraccano facilmente e la loro Guardia Costiera respinge i barconi di invasori che invece l’Italia, con i soldi dei suoi cittadini-sudditi, accoglie e mantiene. Ciò nonostante la novità di questa tornata elettorale è il partito ultranazionalista Imperium Europa, che nonostante non si pensi che possa aspirare alla vittoria, potrebbe comunque portare via qualche voto ai due maggiori movimenti politici dell’isola: il Partito Nazionalista, guidato da Lawrence Gonzi ed il Partito Laburista, attualmente al potere con Joseph Muscat.
Lasciate le isole mediterranee e spostandoci sull’area continentale, non possiamo non soffermarci sulla Grecia che più di tanti altri Paesi guarda alle prossime elezioni con uno spirito di rivalsa per i sacrifici che il popolo ellenico ha dovuto affrontare. Alba Dorata, il partito ultranazionalista greco, ha saputo conquistare la fiducia di una buona fetta della popolazione, soprattutto la più colpita dalla crisi, cercando di aiutare con derrate alimentari coloro che ormai non avevano più ne casa, ne lavoro e talvolta neanche più la famiglia. Da sempre contraria ai flussi migratori dal Nord Africa ed appoggiata ambienti della Chiesa Greco-Ortodossa, Alba Dorata si contrappone al movimento demagogico de “L’Altra Europa con Tsipras”, di chiare idee comuniste, il movimento di Tsipras pensa che sia obbligatorio per l’Europa accogliere almeno dieci milioni di immigrati, che i popoli europei dovranno poi mantenere in nome di una sorta di (dis)integrazione delle genti autoctone.
Sulla penisola Iberica invece si giocano altre due partite: la prima in Spagna dove, nonostante anche qui il parassita europeo abbia fatto più danno che beneficio, il Partito Popolare, attualmente al governo, dovrebbe riuscire a mantenere le sue posizioni. A parte il Partito Socialista, in Spagna non esiste una vera e propria opposizione, giusto una piccola, risicata ed insignificante, come tutta l’ideologia che la guida del resto, coalizione che prende il nome di Izquierda, ovviamente ispirati al fallimento della falce e martello, è guidata da Willy Meyer: un professore universitario 61enne che cerca di avere una rivalsa dopo essere stato condannato ed esiliato durante la dittatura franchista.
In Portogallo invece i Socialdemocratici, attualmente al governo, sembra si stiano preparando ad una vera e propria “Caporetto”. Gli ultimi sondaggi li danno al di sotto del 20% e anche le ultime elezioni amministrative sono state per i socialdemocratici una vera e propria disfatta. Il popolo lusitano sembra oggi spostare il suo timone verso le tre principali formazioni attualmente all’opposizione: il Partito Comunista Portoghese ed il Blocco di Sinistra, sono i due maggiori partiti di estrema sinistra e di idee anti austerity, all’opposto invece troviamo l’euroscetticismo del Partito Nazionale Rinnovatore, vicino alle idee dell’economista portoghese Joao Ferreira do Amaral, vogliono l’uscita del Portogallo dall’Euro ed auspicano il ritorno dell’Escudo.
Andando verso Nord la situazione non cambia, in Francia è atteso il successo di Marine Le Pen, in Olanda di Wilders e un buon risultato dovrebbe anch conquistarlo Farnage con l’UKIP, nonostante il popolo britannico non sia molto partecipe alle elezioni europee e i dati dimostrano infatti un’alta percentuale di astenuti.
In Danimarca, la situazione è molto simile a quella francese: la sinistra socialdemocratica, al governo dal 2011 sta subendo una forte emorragia di consensi attestandosi, oggi, ad un risicato 17% (ben otto punti in meno rispetto a tre anni fa), sembra invece farsi strada il Partito del Popolo Danese, movimento, quest’ultimo, che pur rasentando idee di estrema destra, lo scorso I maggio, ha teso la mano ai socialdemocratici sostenendo che lavoratori danesi potrebbero giovare dal riavvicinamento delle due forze politiche. Il Partito del popolo danese è nazionalista in quanto vuole difendere le conquiste sociali dall’influenza negativa dell’immigrazione musulmana. In questo senso il partito mette la lotta all’invasione islamica al servizio di un progressismo fondato su decenni di lotte e utilizza i metodi dell’estrema destra per conservare le conquiste della sinistra e del ‘68. Portando avanti queste idee, il Partito del Popolo Danese potrebbe diventare il primo partito della Danimarca sia alle europee sia alle prossime politiche interne.
Come si evince, in tutti i Paesi dell’U.E. la lotta all’invasione islamica è il principale punto di tutti quei partiti che hanno a cuore le sorti, le radici e la cultura dei loro rispettivi Stati. In Italia invece, anziché contrastare quelle che è un’invasione, si spendono in media 300.000 Euro al giorno solo per la famigerata operazione Mare Nostrum, operazione militare, quest’ultima, che serve solo a favorire la distruzione della cultura, delle radici e l’economia della nostra povera Italia.
Gian GiacomoWilliam Faillace