di Martina Grandori
Rigenerare prodotti e componenti è una delle strategie chiave dell’economia circolare, superare il concetto di fine vita di un qualsiasi prodotto a vantaggio dell’ambiente, ma anche delle tasche degli italiani è alla base della circolarità: ridurre gli sprechi di energia e materia a favore di un recupero. Di questo se ne parla tutti i giorni, non c’è azienda che non pubblicizzi il suo impegno green, ma purtroppo un settore che di fatto non è così green, è proprio quello degli elettrodomestici rigenerati, i RAEE. Tutte le apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE), gli elettrodomestici, una volta terminato il loro ciclo di vita rischiano di diventare rifiuti altamente pericolosi per l’ambiente e l’Italia in questo settore è in ritardo rispetto ai parametri dell’Unione Europea. A riportare in luce il problema Erion, il più importante sistema multi-consortile no profit in Italia per la gestione dei rifiuti associati ai prodotti elettronici e la valorizzazione delle materie prime che li compongono. Nel 2020 i RAEE sono aumentati, ponendo sotto pressione tutta il settore dei rifiuti elettronici che sostanzialmente si muove su questi fronti: le isole ecologiche (ma lo smaltimento effettivo nel 2019 era solo del 19%, tutto il resto finiva nello smaltimento abusivo, in discariche non autorizzate o esportato illegalmente in quei paesi in via di sviluppo) e quella del recupero e riutilizzo delle componenti. C’è poi una terza via, quella del riuso, della rigenerazione di tutti quei RAEE che sì, sono datati, ma che possono essere riparati e tornare a una seconda vita, riacquistando valore e non impattando sull’ambiente in quando “pre-used”. Riusa, ricicla, riduci: un mantra da applicare agli elettrodomestici di casa, ora poi che cambia la televisione digitale – con relativo bonus rottamazione fino a 100 euro – e prendere in considerazione alla lettera. Scegliere un prodotto rigenerato, oltre a non impattare ulteriormente sull’ambiente, al non essere un costo in termini di smaltimento, fa risparmiare e diventa un business. Ri-Generation è una società che opera proprio nei RAEE (solo lavatrici e lavapiatti) rigenerati da tecnici Astelav che rivende a prezzi vantaggiosi, crea posti di lavoro e gestisce in modo corretto l’eventuale smaltimento di altri RAEE, spesso invece gestiti in maniera sbagliata, in primis dagli stessi produttori e importatori che non si assumono le responsabilità finanziaria ed organizzativa della raccolta separata dei rifiuti derivanti dai loro prodotti, e del successivo trattamento di tali rifiuti per il loro riciclo o riutilizzo. A determinare la crescita di società come Ri-Generation, la crisi economica (ante Covid), la richiesta di studenti e lavoratori trasferiti che abitano a tempo determinato in altre città, e l’integrazione degli immigrati nei centri italiani, non dimentichiamo quanti immigrati poco abbienti vivono ormai nelle province italiane.