Recentemente in diretta tv, lo sceicco Abdul Maqsud, un giurista islamico, ha emesso una fatwa contro il nuovo governo egiziano e tutti gli infedeli. Il chierico, simpatizzante dell’organizzazione di stampo terroristica dei Fratelli Musulmani, ha invitato i “buoni musulmani” a combattere per un ritorno dell’Islam in Egitto con le armi del terrore, invitando i sostenitori della Fratellaza Musulmana, a bruciare le auto , minacciare e bruciando le case degli infedeli. Ovviamente per Abdul Maqsud gli infedeli non sono solo i sostenitori del nuovo governo egiziano ma anche i poliziotti, i militari, i laici e, giustamente non si fa mancare nulla, i cristiani copti.
Dalle parole, gli invasati musulmani, sono passati ai fatti in men che non si dica: sabato è stato portato a termine un attacco contro un posto di blocco militare nella periferia nord del Cairo che ha in cui sei soldati sono morti. Mercoledì, invece, due ufficiali dell’esercito egiziano e cinque militanti jihadisti sono stati uccisi in uno scontro a fuoco scoppiato durante un raid notturno. I due ufficiali, un brigadiere ed un colonnello, entrambi esperti artificieri , hanno partecipato al raid in un magazzino in provincia di Qalyubiya insieme alla polizia e alle forze speciali.
Le autorità hanno dichiarato che i militanti appartenevano alla formazione Ansar Beit al- Maqdis, che ha rivendicato la responsabilità per una serie di attacchi tra cui l’uccisione a gennaio di un alto funzionario del ministero dell’interno. Incursione di mercoledì è avvenuta a seguito di un’indagine che ha indicato un magazzino in un villaggio vicino alla città del delta del Nilo di al-Qanatir al- Khayriya, che veniva utilizzato come fabbrica clandestina di bombe ed ordigni vari, una grande quantità di esplosivo è stato recuperato e la vita di numerosi innocenti è stata salvata dalle azioni di pace islamiche. Ora tutto questo caos in Egitto poteva essere evitato e si sa: chi è causa del suo mal pianga se stesso.
A piangere ora è Obama, il 44° presidente degli Stati Uniti che in pochi mesi, ha buttato nel water della Casa Bianca tutti gli sforzi diplomatici che un illustre politico americano portò a termine quando la guerra del Kippur stava volgendo verso il totale fallimento egiziano: Henry Kissinger. E’ proprio grazie a Kissinger che l’Egitto, fino al 1973 alleato dell’Unione Sovietica, passò sotto influenza americana, tagliando i ponti con Mosca e divenendo poi uno dei più fedeli alleati di Washington.
E’ notizia recente e ora totalmente confermata che il governo del Cairo sta troncando ogni rapporto in fatto di alleanza militare con gli USA e sta ricucendo l’alleanza con Putin. Lo dimostra l’ingente quantitativo di armi che l’Egitto sta comprando da Mosca e l’intensificazione dei rapporti tra il Generale Al-Sisi ed il ministro della difesa russo. L’accordo tra Russia ed Egitto comprenderà anche l’acquisto, da parte dell’Egitto, di aerei di ultima generazione, sistemi di monitoraggio elettronici, sistemi d’arma, carri armati, sistemi antimissile e elicotteri da combattimento, considerato che Obama non ha voluto consegnare ulteriori armi ed elicotteri al governo del Cairo per proteggere i suoi Fratelli Musulmani.
Il segretario alla difesa americano, Chuck Hagel, nel disperato tentativo di non lasciarsi sfuggire l’alleato egiziano, ha nei giorni scorsi contattato Al-Sisi, promettendo di convogliare tutti i suoi sforzi per sbloccare la consegna delle armi americane all’Egitto e accusando l’incomprensibile politica di Obama in merito a questo delicato problema. L’acquisto di queste armi dalla Russia ammonta, al momento, a circa 2 miliardi di dollari (solo la prima tranche), soldi che l’Egitto riceverà sotto forma di finanziamento dall’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti, il Kuwait ed il Bahrein; tutti paesi del golfo che stanno uscendo dall’orbita statunitense e che si stanno avvicinando alla Russia di Putin.
Bravo Obama! Se tu fossi stato presidente della Russia non avresti potuto fare meglio per il benessere di Mosca.
Gian Giacomo William Faillace