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mercoledì, 20 Novembre, 2024

EFFORT / STUDIO N° 1

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A Salerno, lo scorso 23 gennaio, ha preso corpo il progetto EFFORT / Studio n°1 del performer e artista visivo Mauro Maurizio Palumbo, prodotto da Ente Teatro Cronaca e accolto da Casa del Contemporaneo negli spazi del Parco dell’Irno.

Con la partecipazione straordinaria del Soprano drammatico Ilaria Tucci, nella suggestiva cornice dell’antica Fornace Salid, Palumbo ha proposto una forte ed emozionante riflessione sulla condizione della separazione legata alla memoria della Shoah.

Infatti, si è trattato di un lavoro site-specific per le iniziative del Club della Lettura al Teatro Ghirelli di Salerno a cura di Eduardo Scotti per Casa del Contemporaneo in occasione della Giornata della memoria 2024.

La performance basata su uno “sforzo” fisico e mentale è stata caratterizzata da azioni corporee e vocali. Si parte con il buio, poi una debole luce in lontananza apre al richiamo vocale della Tucci che interpreta una donna affranta e smarrita in cerca di ritrovare memorie quasi perse. 

Ai richiami vocali risponde un uomo, forse un deportato, che si avvicina alla donna/madre per ricreare una connessione fisica o forse soltanto mnemonica.

Voci, suoni, lamenti e pianti della Soprano si alternano agli sforzi fisici del Performer che, spogliandosi dalle vesti di uomo, diventa un’ombra indefinita, una figura che supera il genere fino a diventare altro e a dissolversi nel buio del fondo quasi a sparire per sempre.

Ma, sulle musiche di Adrian Berenguer, Palumbo rientra in scena e indossando una lunga gonna, riesce a destabilizzare il pubblicoaumentando così la curiosità, conducendolo verso una trama atipica, che inizialmente poteva risultare prevedibile.

Incontri, rincontri e scontri. Ritrovamenti fisici e mentali, memorie corporee ma anche elaborazioni che a loro volta hanno dato forma, attraverso gli impatti carnali tra corpo e architettura, ai sussulti dell’anima. Il verificabile impatto visivo e poi emotivo, ha creato una sinergia tra artista, opera e fruitore rendendo il momento unico e irripetibile e affermando così la caratteristica della performance art come opera d’arte effimera, destinata a vivere nella memoria di chi, tra palco e platea, la vive.

E poi s’interpreta la separazione, che contrariamente agli immaginari collettivi, non viene sancita con la morte ma da una sospensione, proprio come succede in un sogno/incubo. 

Entrano nel campo scenico anche le emozioni dei fruitori, sedotti dal susseguirsi di un racconto senza parole e dove lo strumento principale è il corpo. 

Corpi che disegnano le proiezioni di ombre sui mattoni di terracotta dell’antico forno, ma che delineano anche l’essenza e l’assenza della separazione.

Quindi uno spazio che diventa un campo sacro dove la fatica e lo sforzo dell’uomo si mescolano ai dolori e alle speranze dettate dalle emozioni.

Si afferma, in questo lavoro, l’importanza della relazione e la necessità di ritrovare l’altro.

Mauro Maurizio Palumbo, in questa performance riesce a fardialogare, come in una poesia, equilibri e memorie precarie ma anche atti fisici che innescano emozioni individuali e collettive.

Effort, infatti, è sì lo sforzo, ma anche l’abilità nel ritrovare e ritrovarsi nell’atto mentale e fisico di un incontro intimo o in un processo storico comune che potrebbe ripetersi.

Un progetto sperimentale ideato “site specific” per i luoghi di Casa del Contemporaneo con l’obiettivo di porsi e proporsi anche in una futura chiave laboratoriale per condurre ulteriori studi e riflessioni su tematiche sociali e storiche contemporanee. 

Una drammaturgia performativa che oltre ad aver suscitato emozioni, curiosità e interesse ai tanti giovani che erano presenti, si afferma come linguaggio trasversale e di mediazione tra varie generazioni.

Prof. Pasquale Lettieri
Critico d’arte

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