di Francesco Dalla Corte
Da agosto 2020 è diventato obbligatorio l’insegnamento dell’educazione civica, comprendendo anche l’educazione ambientale. Tale norma rappresenta una grande conquista anche se ci si auspicava di più, la tematica meriterebbe la dignità di materia a se stante, alla stregua dell’educazione artistica e dell’educazione musicale, e non quella di uno dei tanti temi da affrontare durante l’ora di educazione civica, addirittura, secondo l’attuale formazione didattica, per impartire nozioni di educazione ambientale non è previsto un docente ad hoc in possesso di specifiche competenze ma essa viene affidata ad un “generico” coordinatore ed il più delle volte, si tramuta in semplici progetti didattici.
Il Movimento Ecologista Europeo FareAmbiente, ha sempre creduto nell’apporto di un’adeguata formazione ambientale, infatti già nel lontano 2008, fu presentata una specifica proposta di legge, con due novità. La prima era quella di considerare l’educazione ambientale come materia autonoma, la seconda riguardava l’inserimento di questa materia nei programmi scolastici nazionali, relativi al periodo dell’istruzione obbligatoria, a partire dalla scuola dell’infanzia. Indispensabile insegnare sin da piccoli i corretti stili di vita, cioè impartire le nozioni fondamentali affinché possa generarsi un approccio più responsabile verso le matrici ambientali, un uso più assennato delle fonti energetiche ed assumere il prima possibile dei comportamenti ecosostenibili. Lo stesso Papa Francesco, ha voluto evidenziare l’importanza dell’educazione all’ambiente, un’educazione improntata sul rispetto di tutti gli elementi fisici, biologici e sociali che compongono appunto il nostro “circondato”, il Santo Padre evidenzia, che solo attraverso di essa, può formarsi, attecchire e soprattutto consolidarsi, in ogni singolo individuo, il seme della coscienza ambientale, e quelle che ad impatto potrebbero apparire delle semplici nozioni educative, assurgono così a dei principi fondamentali, ossia valori, del vivere umano.
Allo stesso tempo però, risulta indispensabile avvicinare in maniera laica e scientifica, partendo, come già ribadito, proprio dalle fasce più giovani, che vanno sensibilizzate alla pratica di un ambientalismo ragionevole, sostenibile e soprattutto realizzabile. Educare al risparmio dell’energia, al riutilizzo delle cose, al riciclo, alla raccolta differenziata, al corretto smaltimento dei rifiuti, ad un uso più cosciente ed eticamente più corretto delle “cose” e delle risorse naturali, spiegando con estrema semplicità, ma con cauto realismo, il positivo impatto che tali condotte produrranno non solo sull’ambiente ma soprattutto sul loro futuro.
La Corte Costituzionale sancisce che l’ambiente non una semplice materia, bensì un fondamentale ”valore” della vita, inteso come l’habitat dell’uomo, come un insieme di materie la cui tutela e valorizzazione vanno di pari passo con la qualità e lo sviluppo della vita del cittadino. La salvaguardia diventa così un compito fondamentale, integrante e propositivo per la vita dell’uomo.
Infine, volendo definitivamente sdoganare l’importanza che una specifica educazione ecosostenibile possa avere sulle sorti del pianeta, basta ricordare la famosa locuzione latina, Homo Faber Fortunae Suae. L’uomo è l’artefice del proprio destino, essendo un essere pensante, analitico e dotato di una coscienza, e se riceve un’adeguata educazione ambientale, saprà essere più attento e responsabile, contribuendo ad un mondo migliore in cui poter vivere e progredire.