Dopo avere condannato l’Egitto per aver condannato alla pena capitale 529 criminali terroristi appartenenti all’associazione di stampo terroristico dei Fratelli Musulmani, l’UNHCR ha emanato cinque risoluzioni contro Israele incentrate sul trattamento di Israele verso i palestinesi, con 46 Stati a favore e solo il voto Stati Uniti contrario.
Ora che Obama sa che in Patria e nel mondo arabo è ormai un inutile essere solitario, tranne in Europa dove l’ipocrita classe politica è animata dalle regole del politicamente corretto, fa parlare il Palazzo dei Vetro al posto della Casa Bianca, facendo del “doppio gioco” la sua nuova politica estera: se si considera che la maggioranza dei paesi votanti a favore delle risoluzioni sono alleati degli USA, vine da pensare che Obama abbia orchestrato dietro le quinte il voto delle ultime risoluzioni, votando contro, e facendo votare a favore gli altri 46 delegati.
Ora se queste sono le finezze macchiavelliche di Obama, possiamo tutti dormire sonni tranquilli, Putin in primis, per il semplice fatto che, anche quando ci prova e si impegna, non riesce ad essere ne uno stratega e tantomeno uno statista.
Netanyahu ha comunque condannato l’ipocrisia dell’UNHCR.
In effetti l’UNHCR, questo Alto Commissariato dei Diritti Civili e dei Rifugiati è molto solerte a condannare Israele per presunte violazioni dei diritti umani e civili nei confronti dei palestinesi ma non ha mai speso una parola sui continui attacchi terroristici che la popolazione israeliana è costretta a subire da parte dei terroristi palestinesi, persino al Ashton, nel 2010, durante una sua visita ufficiale a Gaza, condannò duramente la politica israeliana in materia di insediamenti ma non disse neanche una parola sul quel missile lanciato da Gaza contro Israele che costò la vita da un contadino tailandese che lavorava presso una fattoria israeliana.
Ne flottiglie, ne risoluzioni dell’ONU in materia della corsa al nucleare iraniano, nulla sulle centinaia di migliaia di morti in Siria, nulla sui massacri di cristiani in Nigeria.
Alcuni giorni fa in Arabia Saudita, una ragazza libica di religione cristiana che lavorava come domestica presso un ricco saudita, solo per aver detto che era cristiana e che vedeva in Gesù Cristo il suo salvatore è stata punita con la cucitura della bocca, affinchè non possa più pronunciare, opinione del suo datore di lavoro islamico, eresie.
Questo è solo un caso di intolleranza religiosa che oltrepassa i confini dei paesi islamici, paesi in cui la vita di un infedele vale meno di niente.
Queste sono violazioni dei diritti umani e civili, ma qui, nei paesi islamici, dove la preistoria vuole essere riconosciuta come civiltà, dove la violenza più sanguinaria in nome di Allah e l’intolleranza religiosa vogliono imporsi all’Occidente come religione di pace, l’ipocrita ONU è stata e sarà sempre assente.
Gian Giacomo William Faillace