Il board della Banca centrale europea è “disposto a usare anche misure non convenzionali”, e fra queste è incluso l’acquisto di bond. Lo ha detto Mario Draghi, precisando che comunque le misure convenzionali non sono esaurite. Dopo le parole del presidente della Bce, prosegue intanto il calo dello spread tra Btp e Bund. Il differenziale fra titoli di Stato italiani e tedeschi scende a 165 punti. Il tasso sul decennale del Tesoro cala al 3,26%.
“Vi sono ovviamente varie preferenze su quale tipo di ‘quantitative easing’ sia più efficace. Continueremo a lavorarci nelle prossime settimane”, ha spiegato Mario Draghi, in risposta a quali titoli finanziari la Bce potrebbe comprare. Il presidente dell’Eurotower si è soffermato sulla possibilità di acquistare debiti privati, che in un sistema bancocentrico come l’Eurozona fanno capo agli istituti di credito.
Serve, ha detto, rilanciare gli Abs, i titoli garantiti da asset come mutui e prestiti, un mercato congelato dopo la crisi del 2007 e che richiede una revisione della normativa, che al momento non distingue fra gli ‘Abs’ semplici, quelli più affidabili, e i prodotti estremamente strutturati. Su questo punto “la Bce presenterà assieme alla Bank of England un paper ai prossimi incontri del Fondo monetario internazionale”, ha detto Draghi.
“La mia grande paura per l’economia dell’Eurozona è una protratto periodo di stagnazione più lungo di quello che prevediamo nel nostro scenario di base”, ha poi spiegato da Francoforte, sottolineando ad esempio che la disoccupazione resta molto alta. L’Eurozona non si trova davanti alla deflazione riscontrata dal Giappone e “non si vedono rischi al momento”, ma “questo non significa che il consiglio debba restare indifferente”. “Puoi pensare di avere inflazione zero quando in realtà sei già in deflazione”, ha ribadito il presidente della Bce.
La Banca centrale europea “ha sottovalutato più volte il calo dell’inflazione”, per una ragione comune a molte istituzioni e cioè il declino dei prezzi energetici che riflette profondi cambiamenti nei mercati mondiali. L’attuale bassa inflazione è dovuta largamente a fattori esterni, con il 70% imputabile ai prezzi energetici e alimentari.
La Banca centrale europea ha lasciato il tasso d’interesse di riferimento invariato al minimo storico dello 0,25%. L’Eurotower nella riunione odierna ha deciso di lasciare fermi anche il tasso marginale allo 0,75% e quello sui depositi a zero.
Il Fondo monetario internazionale è “molto generoso” con i suoi consigli. E’ la replica di Mario Draghi, dopo che il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde, ha esortato la Bce a nuove misure.
La Critica