di Abbatino
L’elefante partorisce il topolino. Il decreto sostegni lascia sul campo ancora nodi irrisolti. Fittizi gli aiuti, evanescenti gli effetti. Il dibattito in questi giorni è sulla scelta del PD per i capigruppo in parlamento, ma la questione che non emerge a sufficienza è quella dei ristori, pardon, ora li chiamano sostegni; diciamo, alla luce dei numeri, sostegnini, ini, ini. Draghi e tutto il parlamento, all’infuori di Fratelli d’Italia, hanno partorito un provvedimento che scontenta tutte le categorie che già hanno manifestato la loro delusione. Continua il reddito di cittadinanza, il Cashback e l’inutile apporto dei navigator quando sono già stati persi cinquecento mila posti di lavoro. Il governo, al fine di sostenere gli operatori economici colpiti dall’emergenza epidemiologica COVID-19, ha riconosciuto un contributo a fondo perduto “a favore dei soggetti titolari di partita IVA, residenti o stabiliti nel territorio dello Stato, che svolgono attività d’impresa, arte o professione o producono reddito agrario”. Il contributo a fondo perduto spetta a condizione che l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi dell’anno 2020 sia inferiore almeno del 30% rispetto all’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi dell’anno 2019 (tale requisito non è richiesto per i soggetti che hanno attivato la partita IVA dal 1° gennaio 2019). L’ammontare del contributo è quindi determinato applicando una percentuale alla differenza tra l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi dell’anno 2020 e l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi del 2019. Tale percentuale è pari al 60%, 50%, 40%, 30% e 20% per i soggetti con ricavi o compensi non superiori rispettivamente a 100.000, 400.000, 1 milione, 5 milioni e 10 milioni di euro nel periodo d’imposta 2019.
In ogni caso, l’importo del contributo non può essere superiore a 150.000 euro. A titolo esemplificativo, se un’azienda ha auto una perdita di €. 120.000,00 (anno 2020 su 2019), la media mensile è €. 10.000,00: a seconda della fascia sopra esplicitata spetta un contributo di €. 6.000,00 o €. 5.000,00, etc, Per tutto l’anno; ma il problema continua ad esserci anche adesso con aziende negozi ristoranti bar ancora chiusi. È comunque riconosciuto, per i soggetti beneficiari (inclusi quelli che hanno attivato la partita IVA dal 1° gennaio 2020), un contributo minimo pari a 1.000 euro per le persone fisiche e a 2.000 euro per i soggetti diversi dalle persone fisiche.
Un po’ pochino, considerato che anche adesso 2/3 del paese è arancione o rossa, pertanto non si batte chiodo. Se questa prima uscita di Draghi sul fronte economico è insufficiente, come sarà il resto?