di Veronica Graf
Il popolo di Mauritius è un popolo fiero e coraggioso e lo sta dimostrando proprio in queste ore.
Non assiste impotente e rassegnato dinanzi la sciagura ambientale capitata alla sua isola, ma combatte in prima linea per cercare di arginare i danni. “La natura non è un posto da visitare. È casa nostra”. Il popolo di quest’isola dell’arcipelago delle Mascarene sta donando i propri capelli per provare ad arginare le migliaia di tonnellate di carburante riversatesi in mare.
L’ambiente naturale non è una cartolina, ma uno spazio da proteggere e, in questo caso, da curare. Migliaia di persone stanno facendo l’impossibile per tentare di salvare il mare e la natura di Mauritius. Dal 25 luglio, giorno in cui la nave giapponese battente bandiera panamense MV Wakashio si è incagliata sulla barriera corallina di fronte al Blue Bay Marine Park, è una lotta disperata quella del popolo di Mauritius per tentare di arginare le oltre 4 mila tonnellate di carburante che fuoriescono dal mercantile. Così gli abitanti dell’isola dell’Oceano Indiano hanno messo a disposizione della loro barriera corallina persino i propri capelli, che, con cura, vengono infilati dagli anziani del luogo in apposite calze di nylon, per tentare anche in questo modo di arginare la macchia nera del carburante che oscura i colori dello splendido arcipelago mauriziano.
Anche le foglie di canna da zucchero intrecciate con paglia e bambù costituiscono espedienti che il popolo di Mauritius utilizza per cercare di assorbire le tonnellate di diesel e carburante riversatosi in mare.“L’intera isola è sotto shock”, dice Sunil Dowarkasing, consulente ambientale ed ex parlamentare. “La società civile sta intervenendo al posto dello stato nel tentativo di affrontare il problema”.
Mauritius è storicamente un crocevia di etnie e popoli, anticamente costituiva il punto di smercio di materie prime e schiavi diretti da Oriente verso il nuovo mondo. Dall’unione di storie e destini così diversi si è consolidata nei secoli una popolazione sempre sorridente e mite, capace di ospitare chi desidera godere di una natura meravigliosa che ancora oggi cresce intatta e regala ai turisti scorci che sono diventati icone vacanziere.
Il popolo mauriziano, più del governo, di fronte alla superficialità del comandante della nave mercantile, che sembrerebbe essersi avvicinato troppo alla costa per poter captare il segnale Wi-Fi, si sono indignati e rimboccati le maniche per cercare di arginare il disastro ambientale. Infatti questo triste, ennesimo accaduto dovrebbe far riflettere su come, a causa della negligenza dell’essere umano, la natura sia sempre più in pericolo.