di Alessandro Giugni
La scorsa settimana il Senato ha reso noto in via ufficiale il calendario relativo all’iter di approvazione della Legge di Bilancio 2022, fissando, altresì, il termine ultimo per la presentazione degli emendamenti a Lunedì 29 novembre, giorno questo a partire dal quale verrà dato il via alle votazioni sulle proposte di modifica pervenute. Una volta che il testo sarà approvato dalla commissione (fatto questo che, con ogni probabilità, si verificherà nei primi giorni del mese di dicembre), approderà in Senato dove, date le estremamente contingentate tempistiche, quasi sicuramente si procederà con il voto di fiducia senza che venga più reso possibile, dunque, apportare modifiche alla manovra. A fronte di quanto poc’anzi esposto e data l’estrema rilevanza dell’allocazione dei 30 miliardi di euro dei quali si sostanzia la Legge di Bilancio, è quanto mai opportuno che, nella predisposizione del testo finale, si tenga conto di alcuni obiettivi strategici che il nostro Paese non può ignorare.
Uno di questi è rappresentato dalla necessità di tenere fede agli impegni assunti durante la COP26, i quali ben si sposano con quanto previsto nel programma “Fit for 55” pubblicato nel mese di luglio 2021 dalla Commissione Europea (consultabile cliccando qui). Tra le misure in esso contenute, infatti, l’Unione Europea ha previsto lo stop delle auto diesel, benzina e ibride (anche plug-in) a partire dal 2035 al fine di ridurre del 100% le emissioni di anidride carbonica rispetto ai valori registrati nel 1990. Inoltre, dalla lettura del programma in questione si evince che, sempre entro il 2035, i Paesi membri dovranno predisporre sul loro territorio punti di ricarica, con potenza pari a 3500 kw, per i veicoli elettrici a una distanza l’uno dall’altro non superiore a 60km.
Risulta, dunque, evidente come, a fronte di una simile scelta, gli Stati Europei siano chiamati ad adeguare tanto il proprio parco auto circolante quanto le proprie infrastrutture di ricarica entro tale scadenza.
Posto quanto sopra, sarebbe logico attendersi che il Governo abbia già predisposto nella bozza della Legge di Bilancio 2022 un adeguato stanziamento volto a sostenere il settore dell’automotive tramite l’erogazione di incentivi all’acquisto di auto non inquinanti, riproponendo, in sostanza, il modello dell’ultimo triennio. Tra il 2019 e il 2021, secondo uno studio condotto da Motus-E (un’associazione nata con l’obiettivo di creare una piattaforma comune di dialogo tra tutti gli attori della filiera dell’auto elettrica), lo Stato ha erogato 1.7 miliardi di euro per sostenere l’acquisto di auto elettriche, plug-in, ibride e termiche a basso impatto (clicca qui per leggere lo studio completo). Una cifra, questa, che manifestamente attesta il grande interesse che gli italiani nutrono nei confronti delle nuove tecnologie in ambito automobilistico, nonché la loro disponibilità a investire in esse laddove adeguatamente incentivate, visti i costi di partenza ancora alti. A ulteriore riprova di come in tutto il Vecchio Continente sia cresciuto notevolmente il numero di acquirenti di auto a basso impatto ambientale, è sufficiente osservare come, nel mese di Settembre 2021, la Tesla Model 3 sia stata l’auto più venduta di tutta Europa.
È drammatico constatare, invece, come nella bozza della manovra finanziaria 2022 sia totalmente assente qualsivoglia previsione circa il rifinanziamento degli incentivi predetti. Una mancanza che, se dovesse essere confermata anche nella versione finale del testo, avrebbe gravissime ripercussioni su tutto il mercato automobilistico, già ampiamente stremato da due anni di pandemia e dalla perdurante crisi nel reperimento dei semiconduttori. L’accantonamento delle politiche di sostegno al rinnovo del parco auto circolante si pone, inoltre, in totale controtendenza rispetto a quanto sta avvenendo in ogni parte del mondo. Un caso su tutti è rappresentato dagli Stati Uniti, dove il 19 novembre la Camera dei Rappresentanti ha approvato il BBB (“Build Back Better”, ossia una manovra senza precedenti, per un totale di 1.900 miliardi di dollari, per la rivoluzione ecologica del Paese) con 220 voti favorevoli e 213 contrari, fatto questo che porterà allo stanziamento di 12.500 dollari di incentivo per coloro i quali decideranno di acquistare un veicolo elettrico.
Per ovviare alle mancanze del Governo, Fratelli d’Italia e Lega hanno presentato due emendamenti al DDL di conversione: 1) FDI ha proposto lo stanziamento di €. 800 milioni ai fini del rifinanziamento del bonus auto «[…] a decorrere dal 2022», non fornendo alcuna ulteriore indicazione circa il modo in cui suddetti fondi dovrebbero essere ripartiti tra le diverse tipologie di vetture; 2) la Lega ha proposto lo stanziamento di €. 500 milioni da suddividersi come segue: a) €. 119 milioni per l’acquisto, anche in locazione finanziaria, di autoveicoli con emissioni comprese nella fascia 0-60 grammi di anidride carbonica per chilometro, ossia le auto elettriche e ibride plug-in; b) €. 158 milioni per l’acquisto di veicoli commerciali di categoria N1 nuovi di fabbrica o autoveicoli speciali di categoria M1 nuovi di fabbrica, di cui 15 milioni riservati a quelli esclusivamente elettrici;c) €. 64 milioni per l’acquisto delle auto con emissioni comprese nella fascia 61-135 grammi di anidride carbonica per chilometro; d) €. 59 milioni per l’acquisto di auto usate con classe ambientale almeno Euro 6, prezzo di listino non superiore a 25.000 euro ed emissioni 0-160 g/km CO2, previa rottamazione di un veicolo immatricolato prima del 1° gennaio 2011; e) €. 100 milioni per l’acquisto di macchine agricole.
In chiusura della presente disamina, si ritiene opportuno segnalare il dettato dell’art. 128 della bozza della Legge di Bilancio 2022 (consultabile cliccando qui), secondo il quale è prevista l’istituzione del Fondo Italiano per il Clima, il quale sarebbe destinato al «finanziamento di interventi a favore di soggetti privati e pubblici, volti a contribuire al raggiungimento degli obiettivi stabiliti nell’ambito degli accordi internazionali sul clima e tutela ambientale ai quali l’Italia ha aderito». Secondo l’articolo in questione, questo Fondo verrebbe fornito di una dotazione pari a €. 840 milioni per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026 e opererebbe secondo un meccanismo rotativo, fatto questo che permetterebbe, in caso di esaurimento delle somme previste per la singola annata, l’automatico rifinanziamento del Fondo attingendo agli stanziamenti previsti per l’anno successivo. Inoltre, il fatto che si parli di «interventi a favore di soggetti privati e pubblici» permetterebbe di far rientrare nel predetto stanziamento anche il finanziamento degli incentivi volti a sostenere il mercato dell’automotive.