di Roberto Donghi
Che dagli anni ’90 ad oggi il dibattito e l’offerta politica abbiano seguito una rapida parabola discendente non è più mistero. Mani pulite, la madre di tutti i populismi moderni, ha gettato il paese in un vortice di semplicismo e tifoseria da stadio dal quale, con Berlusconi prima e Salvini oggi, non ci siamo più ripresi.
Un elettorato che negli anni 80 assisteva a lunghi ed affascinanti dibattiti in dirette televisive serali tra Craxi, Strehler, Dalla, Guttuso ecc, oggi si abbevera nell’ “informazione seria” , come ama definirsi Mediaset, della d’Urso o di Mario Giordano.
Sono passati solo 40 anni, difficilmente in un popolo si può notare una simile corsa verso il fondo in così poco tempo. Oggi pare proprio che quel fondo lo abbiamo toccato.
2020, Coronavirus, panico totale e varie cose che sappiamo tutti: il dibattito politico si accende a fiammate alterne, specie quando alcuni leader si accorgono di perdere punti % e decidono di attaccare, prendendo però batoste.
Il nostro Salvini oramai le prova tutte per darsi un tono. Fa le dirette video con crocefissi e candelabri ebraici, si mette gli occhiali stile Maroni per sembrare intellettuale e si spende in dichiarazioni che vanno dal socialismo sovietico a Margaret Thatcher. Se infatti a fine febbraio urlava urbi et orbi la necessità di chiudere subito, chiudere tutto, oggi Salvini è il paladino della riapertura immediata. Se alle 11.49 del 16 Agosto 2019 sentenziava che “Il libero mercato è un caos totale che serve a svendere l’Italia. Lo stato torni a fare lo Stato , fissi dei prezzi e nazionalizzi le imprese italiane” (forse colpa del Mohito) il 24 Aprile 2020 affermava “Fase 2, serve totale deregulation e rivoluzione liberale”.
Tutto ed il contrario di tutto. Ciò che negli Usa è motivo di divisione tra GOP e DEM, Salvini lo ingloba nella sua persona. Grandi capacità politiche o idee confuse?
Ma non si esime anche il Presidente Conte ed il suo governo. Il primo fa discorsi molto vaghi ed imprecisi alla nazione, dicendo che puoi aprire il tuo bar ma che il cittadino può uscire solo per lavoro o motivi di salute, il secondo invece si lascia a dichiarazioni fatte analizzando le reazioni del popolo su facebook. Dalle visite ai congiunti siamo passati ai fidanzati stabili (nessuno sa cosa significhi) per arrivare al “vero amico” di Sileri. La sagra del ridicolo.
Non ultimo l’altro Matteo, il Renzi, che in seguito al discorso del Presidente del Consiglio del 28 Aprile, dà il via ad una vera e propria campagna per la libertà degli italiani contro il governo che sta in piedi proprio grazie a lui.
Il problema poi non è tanto che un politico provi a riciclarsi ogni due ore, ma è la dilagante morte cerebrale di alcuni giornalisti e conduttori televisivi che lasciano correre senza alzare la mano e dire “Scusi, ma lei due mesi fa aveva detto l’esatto opposto. Perché?”.
Le parole non hanno più valore, neppure per chi con esse ci lavora.
Anche il maledetto Ezra Pound parlava dell’importanza del senso delle parole nel libro “Carta da visita” al titolo “Buon Governo”:
“Mi pare che la cosa più utile ch’io possa fare in Italia sia di portarvi ogni anno un testo di Confucio*, in modo che questo brano vi entri nel cervello […]”
Tseu Lou: Se il principe di Mei vi mettesse a capo del governo, a cosa mettereste per primo il vostro proposito?
Confucio: A chiamare persone e cose con loro veri e propri nomi.
Tseu Lou: Sul serio? Non cercate di evitare la mia domanda? A che cosa serve?
Confucio: […] Se la terminologia non è esatta, se non calza la cosa, le istruzioni del governo non saranno precise; se le istruzioni non sono chiare, se i nomi non calzano, non potete portare a termine gli affari.
(Ezra Pound, Carta da visita, Bietti 2021)
- Libro dei riti “Lan Yu”, capitolo XIII, 3
