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giovedì, 14 Novembre, 2024

DIOGENE DI SINIOPE, MAESTRO DI COERENZA E SEMPLICITA’ DI CUI DOVREMMO RICORDARCI PIU’ SPESSO

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di Stefano Sannino

 

Di tutta la storia della filosofia antica che siamo abituati a studiare a scuola, le vicende che riguardano Diogene di Sinope sono sicuramente le più affascinanti, ma anche le più misteriose. Fu uno dei fondatori della scuola cinica insieme al suo maestro Antistene, secondo l’antico storico Diogene Laerzio, morì nel medesimo giorno nel quale Alessandro Magno spirò a Babilonia, l’11 giugno del 323 a.C.

Abituati infatti ad avere a che fare con personaggi del calibro di Platone, Aristotele, Protagora o Eraclito, spesso tralasciamo la vita di Diogene e ci dimentichiamo del grande messaggio che invece questo filosofo potrebbe avere per noi uomini moderni. Spesso, le vicende che riguardano Diogene di Sinope sono intrecciate a doppio filo, secondo molti autori antichi, a quelle che riguardano Alessandro Magno (tant’è che si dice sia morto lo stesso giorno del re macedone), il grande e giovane conquistatore. Ma qual è il messaggio che Diogene può avere per noi moderni? Ecco cosa leggiamo in merito, negli scritti di Plutarco:

<<[…] dal momento che il filosofo non gli diede la minima attenzione, continuando a godersi il suo tempo libero nel sobborgo di Craneion, Alessandro si recò di persona a rendergli visita; e lo trovò disteso al sole. Diogene sollevò un po’ lo sguardo, quando vide tanta gente venire verso di lui, e fissò negli occhi Alessandro. E quando il monarca si rivolse a lui salutandolo, e gli chiese se volesse qualcosa, egli rispose: “Sì, stai un po’ fuori dal mio sole”.Si dice che Alessandro fu così colpito da questa frase e ammirò molto la superbia e la grandezza di un uomo che non aveva nulla ma solo disprezzo nei suoi confronti, e disse ai suoi seguaci, che ridevano e scherzavano sul filosofo mentre si allontanavano: “Davvero, se non fossi Alessandro vorrei essere Diogene.>>

Questa particolare vicenda riportata da Plutarco e ripresa poi da numerosi altri autori antichi, tanto da essere ancora oggi studiata nelle scuole, ha in realtà molto da insegnarci. Dopotutto come reagiremmo noi moderni, davanti al più grande sovrano della terra che ci chiede se desideriamo qualcosa? 

Probabilmente, forti della nostra tracotanza e cupidigia chiederemmo denaro o posizioni politiche. Ma Diogene chiede al sovrano solo di spostarsi dal Sole e non solo perché simbolicamente quel Sole rappresenta la verità che non deve essere oscurata, ma perché il disprezzo del filosofo per la cupidigia e per l’avarizia è tale da indurlo a rifiutare qualunque tipo di tentazione. Diogene di Sinope, nella sua stravaganza e crudità, porta all’uomo moderno una grande lezione: che anche l’uomo più ricco e potente della terra deve piegarsi davanti ad un uomo che non desidera nient’altro se non la verità. 

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