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lunedì, 18 Novembre, 2024

DI SARNO: NO A SCARCERAZIONE. La decisione del giudice di Napoli, nonostante l'intervento di Napolitano

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 Il magistrato di sorveglianza di Napoli ha rigettato la richiesta di differimento pena presentata da Vincenzo Di Sarno, detenuto a Poggioreale nonostante le gravi condizioni di salute, per il quale era intervenuto Napolitano, auspicando la sospensione della pena. Lo stesso Di Sarno aveva rivolto un accorato e polemico appello al Quirinale affinché gli venisse concessa l’eutanasia. Il giudice però ne ordina il ricovero: “E’ lui a rifiutare le cure”.

 Il magistrato Rosa Labonia, nel rigettare l’istanza, ha disposto il ricovero in ospedale. Nel suo decreto, il giudice ha rilevato che “non vi sono i presupposti per l’adozione di un provvedimento d’urgenza” dal momento che il soggetto non appare in immediato pericolo di vita e, peraltro, “rifiuta la terapia propostagli”. Di Sarno sarò quindi condotto in un ospedale “da individuarsi repentinamente a cura dell’amministrazione penitenziaria, sia sulla base della specializzazione oncologica della struttura, sia della rapida disponibilità al ricovero”.  

 Vincenzo Di Sarno è il detenuto napoletano di 35 anni malato di tumore al midollo che ha chiesto la grazia al presidente Napolitano arrivando al punto di preferire provocatoriamente l’eutanasia alla morte in carcere. Il Capo dello Stato è intervenuto augurandosi che “sia l’esame della richiesta di sospensione dell’esecuzione della pena, sia la procedura per la grazia, siano condotte in tempi commisurati alla gravità delle sue condizioni di salute”. Il Quirinale aveva quindi contattato l’Ufficio del Garante diritti dei detenuti della Campania per attivare dinanzi alla magistratura di sorveglianza, la richiesta di sospensione. Richiesta però rigettata dal magistrato di turno. 

Di Sarno è recluso nel carcere napoletano di Poggioreale da quattro anni: deve scontare una pena di sedici anni per l’omicidio di un extracomunitario avvenuto a seguito di una lite. Ha già subito due interventi chirurgici (alla testa e alla colonna vertebrale) che, però, non hanno debellato il male.

La Critica

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