di Abbatino
Conoscete il subbuteo? Un gioco antico, ma che sa di moderno. Nell’epoca dei social e dei videogiochi esasperati, il subbuteo non ha perso il suo fascino: calcio in miniatura, le miniature delle squadre di serie A, il campo verde e le porte. Un gioco d’altri tempi, ma attuale, gioco manuale a punta di dito come con la punta del dito si tocca il cellulare o l’iPad; è così, a punta di dito, nel movimento 5 stelle si gioca la partita della leadership tra i due esponenti che più di ogni altro rappresentano la croce e delizia di quello che era il partito-non partito, ma che era partito per cambiare le cose ed è finito per preservare tutto il sistema.
Ebbene, ora la partita antica e moderna della leadership – alla favola del movimento dell’uno vale uno non ci crede più nessuno, specialmente dopo la disinvolta capriola al governo con protagonista Conte – è iniziata, o meglio non è mai finita. Con la differenza che la distruzione del movimento non è mai stata così evidente: fallimenti ovunque, adesso alle ultime regionali solo figuracce e meno consiglieri eletti, un tracollo. Alleati con il PD, da soli contro tutti, voti utili al PD, cambiano l’ordine degli addendi, ma il risultato non cambia; sconfitti e spesso umiliati, schiacciati dalle corazzate dei “poli” classici della politica e, mentre tutto naufraga, i maligni direbbero “più parlamentari che voti per i grillini”. La partita di subbuteo a punta di dito tra Di Maio e Di Battista continua, in un gioco antico e moderno, inesorabile e inconcludente, lenta e da manuale.
Tanto al 2023 mancano quasi tre anni, c’è tempo di giocare ancora alle spalle dei loro elettori e dei cittadini.