20.8 C
Milano
venerdì, 20 Settembre, 2024

DDL ZAN E LA CRISI FRA VATICANO E STATO: UNA QUESTIONE MAI RISOLTA. MA ETICA E RELIGIONE NON POSSONO COESISTERE?

- Advertisement -spot_imgspot_img
Annunci sponsorizzatispot_imgspot_img

di Stefano Sannino

 

Nell’immaginario comune, etica e religione sono due facce della stessa medaglia che non possono vivere l’una senza l’altra, due elementi indissolubilmente legati in cui l’uno è impossibile da immaginare senza l’altro. Questa convinzione è sicuramente frutto di secoli di intersezione tra la religione e la vita civile; secoli in cui non solo il credo religioso è stato l’elemento principale della nostra vita interiore, ma anche delle nostre azioni pubbliche. Questo legame indissolubile pare però oggi essere venuto meno, anche a causa della progressiva secolarizzazione dell’etica e della morale, che da discipline dipendenti dalla fede sono diventate discipline a sé stati, laiche e – talvolta – atee. Questo progressivo abbandono del legame fede-etica è particolarmente sentito nelle generazioni più giovani, come i millennial o la Z generation, per le quali la fede non può essere più la discriminante del nostro agire sociale. 

In questo quadro di estrema evoluzione e secolarizzazione, pare che la religione – o quantomeno le sue istituzioni – cominci a vacillare nel suo restare al passo con i tempi, continuando ad opporsi ai cambiamenti che contravverrebbero ai propri principi teologici. Quanto avvenuto tra lo Stato Vaticano e quello Italiano circa il DDL Zan, sarebbe solamente l’ultimo degli avvenimenti in cui il modus operandi della religione si sarebbe dimostrato incapace di accogliere le esigenze della popolazione, interferendo perfino con la vita politica italiana. 

Tralasciando però per un momento l’accaduto politico, è invece piuttosto interessante notare come, per sopravvivere, sia essenziale alle religioni imparare ad ascoltare la voce del popolo: di base, infatti, la religione ha lo scopo primario di dare risposte alle grandi domande umane, ma anche alle esigenze dell’uomo in questa vita. Se, però, una religione si dimostra sorda all’ascolto ed incapace di recepire quanto siano cambiate quelle stesse esigenze che fino a qualche secolo fa riusciva a soddisfare tanto bene, ecco allora che questa religione muore lentamente e perde tutta la sua influenza. Non dobbiamo dunque stupirci se in seguito a quanto intercorso questa settimana vi sia stato un aumento esponenziale delle richieste di sbattezzo; tali richieste sono di fatti il modo che la popolazione, a prescindere dal proprio credo religioso, ha per gridare in ultima istanza il proprio disagio alla sordità delle istituzioni religiose, sempre più simili ad un’organizzazione politica che ad un’organizzazione religiosa. Questo, però, non significa odiare la religione o disprezzarla: da millenni, infatti, la religione è lo strumento principale che l’uomo ha per indagare all’interno della propria interiorità e per sondare gli abissi dell’universo e dell’esistenza e da millenni, in questo, la religione è fonte di conforto, di certezza e di fratellanza. Ciò che ha fallito, e quanto abbiamo visto questa settimana ce lo ha dimostrato ampiamente, non sono né la teologia né la filosofia, né la fede, né la dottrina, ma piuttosto gli uomini che dovrebbero rappresentare la fede sulla Terra. 

La fede, qualunque essa sia, non è mai sorda.

- Advertisement -spot_imgspot_img

Ultime notizie

- Advertisement -spot_img

Notizie correlate

- Advertisement -spot_img